Abbazia di Viboldone, Giudizio Universale
Settimana dell’Ultimo Giudizio
Dall’Esposizione
sull’Evangelo di Marco di san Beda il Venerabile
c. II
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il
sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si
metteranno a cadere dal cielo. Nel giorno del giudizio le stelle
appariranno oscure non perché diminuirà la loro luce, ma perché si avvicinerà e
sopraggiungerà lo splendore della vera luce, cioè del sommo giudice, quando
verrà nella maestà sua e del Padre e degli angeli santi. Ma in verità nulla ci
vieta d’intendere che allora veramente il sole e la luna con tutte le altre
stelle saranno per un certo tempo private della luce, come ci risulta essere
accaduto al sole all’epoca della passione del Signore. Resta perciò non
compiuta fino a oggi quella profezia con cui Gioele disse: Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue prima che venga il
giorno del Signore, grande e terribile (Gl 3, 4); e ciò che disse del
giorno del giudizio Isaia: Arrossirà la
luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte
Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato (Is 24,
23). Compiuto dunque il giorno del giudizio e mentre splenderà la gloria della
vita futura, quando ci saranno nuovi
cieli e una nuova terra (2 Pt 3, 13), allora accadrà ciò che dice altrove
lo stesso profeta: La luce della luna
sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, come la
luce di sette giorni (Is 30, 26 Volg.).
E le potenze che sono nei cieli saranno
sconvolte. Non è strano se gli uomini, i quali per natura e intelligenza
sono terrestri, si turbano a questo giudizio al cui manifestarsi anche le
stesse potenze celesti, cioè le potestà angeliche tremeranno, come testimonia anche
il beato Giobbe che dice: Le colonne del
cielo si scuotono, sono prese da stupore alla sua minaccia (Gb 2 6 , 11). Che cosa avverrà delle decorazioni
quando tremano le colonne, che cosa patirà l’erba del deserto quando è scosso
il cedro del paradiso?
Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi
eletti dai quatto venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del
cielo. Non rimarrà dunque in quel giorno nessun eletto che non vada
incontro al Signore che viene sulle nubi per giudicare; sia che venga trovato ancora
vivo nel corpo, sia che venga risuscitato dalla morte alla vita. Vengono al
giudizio anche i reprobi, e anch’essi, alcuni sono trovati vivi nel corpo e
altri risuscitati dalla morte alla vita; ma, a differenza dei giusti che
saranno riuniti per la gioia del Signore, i suoi nemici, compiuto il giudizio,
saranno dispersi e scompariranno dallo sguardo di Dio (cfr. Sal 67, 2-3).
Dal fico imparate questa parabola: quando
già il ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina;
così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è
vicino, alle porte. Con l’esempio dell’albero ci ammaestra su quando verrà
la fine.
Come quando i
ramoscelli sono teneri sull’albero di fico e la gemma si apre nel fiore e la
corteccia si riempie di foglie, capite che si avvicina l’estate e sono arrivati
il favonio e la primavera; così, quando vedrete accadere tutte le cose che sono
state descritte, non dovete credere che sia già venuta la fine del mondo, ma
che sono giunti certi annunzi e segni premonitori (cfr. Mt 24, 33) per mostrare
che l’evento è ormai alle porte.
Ma questa
fioritura del fico può anche essere intesa secondo il significato mistico in
modo più profondo; può riferirsi cioè alla condizione della Sinagoga, la quale
un tempo, quando venne a lei il Signore, non avendo in sé il frutto della
giustizia, fu condannata all’eterna sterilità in coloro che allora erano
increduli (cfr. Mt 21, 18-19; Mc 11, 14.20-21). Ma poiché l’Apostolo ha detto: L’indurimento di una parte d’Israele è in
atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà
salvato (Rm 11, 25 - 26), quando
verrà questo tempo in cui, tolta la lunga cecità, tutto Israele otterrà la luce
e la salvezza, allora accadrà che l’albero del fico a lungo sterile (cfr. Lc
13, 6-7) darà il frutto che aveva negato, secondo le parole del beato Giobbe: Anche per l’albero c’è speranza: se viene
tagliato ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; se sotto
terra invecchia la sua radice e al suolo muore il tronco, al sentore dell’acqua
rigermoglia e mette rami come nuova pianta (Gb 14, 7-9). Quando vedrai
accadere tutto ciò non avere più dubbi: il giorno dell’ultimo giudizio e l’estate
della vera pace sono ormai prossimi.
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