Settimana del Figliol prodigo
Hai accolto con gioia, al suo ritorno,
quel prodigo...
di san Justin Popovic
Il figlio prodigo della parabola è l’esempio perfetto
del peccatore che si converte. L’Evangelo ci mostra come l’uomo, con il suo
libero volere, con la sua vita, partecipi della terra e del cielo, del diavolo
e di Dio, del paradiso e dell’inferno. Il peccato spoglia gradualmente l’uomo
da qualsivoglia elemento divino dentro di lui, gli paralizza ogni desiderio e
anelito divino, finché lo getta, alla fine, tra le braccia tremende del
diavolo. Allora l’uomo si riduce a pascolare i porci del suo signore, il
diavolo. I porci sono le passioni, sempre insaziabili e voraci. In una tale
vita l’uomo infelice non è che matto, demente, fuori di sé [...]. Il Signore
afferma del figlio prodigo: “Rientrò in sé stesso” (Lc 15,17). In che modo
rientrò in sé stesso? Con la conversione. Poiché con il peccato l’uomo diventa
demente, va fuori di sé. Ogni peccato, anche il più piccolo, è sempre pazzia
dell’anima, demenza dell’anima. Con la sua conversione, l’uomo rinsavisce,
ridiventa sano, rientra in sé. E allora grida a Dio, corre verso di lui,
innalza al cielo la sua voce: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di
te” (Lc 15,21). E che fa il Padre celeste? Sempre e sconfinatamente amico
dell’uomo, vedendo il proprio figlio affrettarsi convertito verso di lui, si
muove a compassione, corre, lo abbraccia e lo bacia. E ordina ai suoi servitori
celesti, i santi angeli: “Portate qui il vestito primo, più bello, e rivestitelo,
mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso,
ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,22-24). Così avviene
anche per ciascuno di noi e per ogni peccatore che si converte [...].
La conversione dal peccato conduce il peccatore
pentito all’abbraccio di Dio, al regno eterno dell’amore del nostro Padre
celeste. Mentre il peccato che rimane senza conversione genera nell’anima la morte,
per inabissare, successivamente, l’uomo nell’inferno eterno del diavolo.
Signore, accordaci la conversione!
Da: J. Popovic, Via per conoscere Dio, Atene 1992,
251-252 [in greco]
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