giovedì 1 novembre 2012

Intervista a Tiziano Colombi autore di "Santi patroni padani"

Tiziano Colombi, scrittore di Bergamo, ha realizzato un volume sulle origini africane dei santi venerati nel Nord Italia. Tra questi anche Sant'Alessandro: egiziano al servizio dell'impero romano.

Santi & extracomunitari
in un libro anche
il patrono di Bergamo
 
 
 
 

Il patrono di Bergamo Sant’Alessandro? Un clandestino egiziano al servizio dell’imperatore romano. Santa Giulia di Brescia? Una prostituta tunisina. San Zeno, ottavo vescovo di Verona, era nativo della Mauritania ed era noto come “il vescovo moro”. In quanto a Sant’Agostino, sepolto a Pavia, era nato a Ippona, l’odierna Algeria. Dieci santi, figure di riferimento per la cristianità del Nord Italia, spesso patroni di città eppure africani, stranieri, alcuni clandestini.

Una coincidenza curiosa. Una provocazione? “Sì, una grande provocazione perché invita a riflettere sulle origini nordafricane del cristianesimo” afferma Tiziano Colombi, 39 anni di Bergamo, scrittore (ha pubblicato per Sellerio “Il segreto di Cicerone”) ed autore di “Santi Patroni Padani” (Effigie, 76 pagine, 8 euro).

Il volume di Colombi sarà presentato da Antonio Moresco, il direttore della collana di Effigie, il prossimo 14 gennaio alle 18 alla sala del Mutuo Soccorso, in via Zambonate a Bergamo.

Come nasce l’idea di questo libro?

Nasce per caso alcuni anni fa a Brescia. Ero al museo Santa Giulia e leggendo la vita di questa donna ho scoperto che era una prostituta tunisina. Un particolare curioso. Anche perché attorno a Santa Giulia a Brescia c’è tutto un quartiere multietnico, un po’ come in via Quarenghi a Bergamo. Poi mi sono imbattuto casualmente nella vita di San Zeno, quindi Sant’Alessandro e le coincidenze iniziavano ad essere molte.

Nella sua ricerca i santi sono dieci e tutti sono venerati nel Nord Italia.

Sì, molti di loro sono anche patroni di città importanti. Il tutto nasce perché all’inizio della diffusione del cristianesimo le prime comunità facevano a gara nel recuperare le spoglie e le reliquie di questi santi. Ed tra i nordafricani ci sono molti padri della Chiesa.

Quali altre curiosità l’hanno colpita?

Due aspetti interessanti accomunano spesso i dieci santi che tratto nel mio libro. Il primo che sono santi che non fanno miracoli come invece avviene spesso per i santi europei. Il secondo aspetto particolare è che spesso sono figure emarginate della società, hanno molti punti in comune con gli immigrati di oggi, per esempio arrivano in Italia naufragando o come clandestini.

Si potrebbe dire che le origini della Chiesa sono da ricercare negli antenati degli odierni immigrati?

Sì, ma non è un argomento che viene usato dalla Chiesa. Spesso la Chiesa parla di riconoscimento, di accoglienza degli immigrati, ma difficilmente si ricorda che proprio da questi immigrati nascono le comunità cristiane nel nord Italia. Eppure sono fatti storici riconosciuti.

Il suo volume non rischia di essere una provocazione?

Sì, una grande provocazione. Ma con un registro, un tono diverso. Rispettoso della verità, della storia e della fede. Trovo più stridente il fatto che il sindaco di Verona, leghista, continui a proclamare l’unione tra Lega e il cristianesimo per dare fondamento alle sue tesi. Il mio lavoro di ricerca vuole sottolineare questa mescolanza tra Nord e Sud del mondo che sta alle origini della fede cristiana. Il parallelo tra ieri ed oggi, seppure con migliaia di distinguo, dimostra che la dinamica del mondo non cambia.

 

Mercoledì, 4 Gennaio, 2012



 

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