sabato 24 novembre 2012

L'antica chiesa di s. Vincenzo



L’antica chiesa pievana di San Vincenzo (sec. VIII - sec. XVII)

 
 
La cattedrale di Sant’Alessandro venne costruita sotto l’episcopato di Narno, nel IV secolo, e demolita nel 1561, per la costruzione delle mura venete. Essa fu la prima sede episcopale, ma essendo "extra moenia", i cristiani dovettero provvedere ad un posto "intra moenia": si sviluppò allora la chiesa dedicata a San Vincenzo. Non è certo se questa chiesa fu tolta ai cattolici dai Longobardi, che ne fecero una cattedrale ariana, oppure se continuarono a funzionare in Bergamo due cattedrali cattoliche. Il Chiodi suppone che i Longobardi provvidero ad includere Sant’Alessandro dentro le mura, disponendo di San Vincenzo come propria cattedrale (Diocesi di Bergamo 1988). Secondo Fornoni, la chiesa di San Vincenzo esisteva almeno dalla seconda metà del secolo VII, ai tempi di re Cuniberto. Nel testamento del gasindio regio Taido del 774, la chiesa di San Vincenzo è nominata insieme a Santa Maria (Pergamene archivi Bergamo 1988). Nel 774 "ecclesia", cioè chiesa battesimale, in Bergamo è solo San Vincenzo con Santa Maria, mentre le altre, compresa Sant’Alessandro con San Pietro, sono basiliche, cioè chiese non battesimali. Il vescovo Adalberto vi istituì la canonica nell’897. Non si dispone invece dell’atto di fondazione della canonica di Sant’Alessandro, che Dentella e Belotti collocano all’anno 953, ma che Chiodi anticiperebbe all’inizio del secolo X.

In città l’unica pieve era costituita attorno alla cattedrale e al vescovo. Tanto Sant’Alessandro quanto San Vincenzo ebbero la chiesa battesimale: San Pietro e San Giovanni in Arena la prima, Santa Maria la seconda. Ma con tutta probabilità in tempi successivi: prima solo San Pietro, poi solo San Giovanni per Sant’Alessandro, infine solo Santa Maria per San Vincenzo. San Giovanni risaliva al vescovo Tachimpaldo, alla fine del VIII secolo, quando Sant’Alessandro si trovava entro le mura di Bergamo. Scomparsa questa situazione nel secolo IX, tutte le funzioni si concentrarono in San Vincenzo, battesimo compreso, che veniva conferito in Santa Maria. Discordie tra i canonici dei due capitoli si protrarranno fino al secolo XVII, quando avverrà la fusione in un unico organismo, dopo la distruzione dell’antica cattedrale di Sant’Alessandro, e la consacrazione a Sant’Alessandro della ricostruita cattedrale già di San Vincenzo.

Dal 1561, con la distruzione della basilica alessandrina in seguito alla costruzione delle nuove fortificazioni venete, i due capitoli di Sant’Alessandro e di San Vincenzo convivevano nella cattedrale di San Vincenzo (Diocesi di Bergamo 1988).

All’epoca della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575, così era esplicitata la questione giurisdizionale della chiesa Cattedrale di San Vincenzo "nullum onus curae animarum exercendae cathedrali huic imminet nomine certae particularis parochiae; verum liberum est unicuique de populo, etiam omisso proprio parocho, ad hanc cathedralem recurrere inibique peccata et in Paschate confiteri et Sancte Eucaristiae sacramentum sumere et tunc onus archipresbitero incumbit: id autem non mediocriter perturbat christianam populi disciplinam impeditque in parochis exactam gregis sui cognitinem, eorumque presertim observationem qui in Paschate non communicantur" (Visita Borromeo 1575).

Al 1689 risale l’atto di unione dei due capitoli e la dedicazione della chiesa, già di San Vincenzo, al solo Sant’Alessandro. A San Vincenzo venne intitola una cappella, edificata nel 1697.

 

Roberta Frigeni

 


 

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