sabato 24 novembre 2012


San Martino il Misericordioso vescovo di Tours

11 (24) Novembre

 

 

Questo venerato e amato Santo d’Occidente, patrono della Francia, era nato in Pannonia (l’attuale Ungheria) nel 316, da una famiglia pagana militare di stanza lì. Successivamente la famiglia tornò a casa in Italia, dove Martino crebbe. Iniziò ad andare in chiesa all’età di dieci anni, e divenne catecumeno. Anche se desiderava diventare un monaco, entrò nell’esercito in obbedienza ai suoi genitori.

Un giorno, quando era di stanza ad Amiens in Gallia, incontrò un povero tremante per mancanza di vestiti. Aveva già dato tutto il suo denaro in elemosina, quindi estrasse la spada, tagliò il mantello da soldato a metà, e diede la metà al povero. Quella notte Cristo gli apparve, vestito con il mezzo mantello che aveva dato via, e disse ai suoi angeli, “Martino, anche se ancora un catecumeno, mi ha rivestito in questa veste”. Martino fu battezzato poco dopo. Anche se desiderava ancora diventare un monaco, non ottenne il suo congedo dall’esercito se non molti anni dopo, nel 356. I barbari avevano invaso la Gallia quando Martino aveva chiesto il permesso di dimettersi dal suo incarico per motivi religiosi. Ma il comandante lo accusò di codardia. Martino allora dimostrò il suo coraggio, offrendosi di stare disarmato in prima linea durante la battaglia, confidando nella potenza della Croce che lo avrebbe protetto. Il giorno seguente, i barbari si arresero senza combattere, e a Martino fu permesso di lasciare l’esercito.

Quindi divenne un discepolo di S. Ilario di Poitiers (commemorato il 13 gennaio), l’"Atanasio d’Occidente". Dopo aver viaggiato in Pannonia e in Italia (dove sua madre si convertì alla fede in Cristo), tornò in Gallia, dove gli eretici ariani stavano guadagnando molto terreno. Non molto tempo dopo divenne vescovo di Tours, dove ha brillato come pastore della Chiesa: portando i la fede ai pagani, la guarigione ai malati, e istituendo la vita monastica in tutta la Gallia, e combattendo l’eresia ariana così diffusa in tutto l’Occidente. Trovando la residenza episcopale troppo grande, andò a vivere presso una rude isolata capanna in legno, pur adempiendo tutti i doveri di un vescovo della Chiesa. Spesso conversava con gli angeli, ed ebbe in visione i santi Pietro e Paolo ed altri santi.

La sua severità contro l’eresia fu sempre accompagnata da amore e bontà verso tutti: una volta intraprese un lungo viaggio per implorare l’Imperatore Massimo affinché risparmiasse la vita di alcuni eretici Priscilliani che l’imperatore voleva far giustiziare.

Dopo una vita devota al servizio di Cristo e della sua Chiesa, il santo si ammalò a Candes, un villaggio nella sua diocesi, dove morì l’8 novembre 397. Fu sepolto tre giorni dopo a Tours, la sua memoria si celebra infatti nel giorno della sua deposizione. Mentre il santo Vescovo stava morendo nel 397, gli apparve il diavolo per tentarlo un’ultima volta. Il Santo gli disse: “Non troverai nulla in me che ti appartiene. Il seno di Abramo sta per ricevermi”. Con queste parole rese la sua anima a Dio.

Egli è stato il primo confessore non martire ad essere chiamato santo in Occidente. Il suo biografo, Sulpicio Severo, ha scritto di lui: “Martino non lasciò che un’ora o un momento passasse senza darsi alla preghiera o alla lettura e, anche quando leggeva o era in altro modo occupato, non smetteva di pregare Dio. Non era mai stato visto di cattivo umore o disturbato, afflitto o in preda al ridere. Sempre uguale, il viso sempre splendente di gioia celeste, sembrava aver superato la natura umana. Nella sua bocca non v’era altro che il nome di Cristo e nella sua anima, null’altro se non l’amore, la pace e la misericordia”.

Durante il Medioevo, molte chiese occidentali sono state dedicate a San Martino, tra cui St. Martin a Canterbury, e St. Martin-in-the-Fields a Londra.

Nel 1008 a Tours, sulle reliquie di San Martino, fu eretta una cattedrale, che fu distrutta nel 1793 durante la Rivoluzione francese, insieme con le reliquie di San Martino e di San Gregorio di Tours (17 novembre). Una nuova cattedrale fu costruita sul luogo molti anni dopo. Alcuni frammenti delle reliquie di San Martino furono recuperati e traslati in cattedrale, mentre non rimane nulla delle reliquie di San Gregorio.

Il nome di san Martino appare su molti calendari greci e russi. La sua commemorazione al 12 ottobre nel calendario russo sembra essere un errore, dal momento che le fonti antiche indicano la data di novembre.

 

 

Per la tua edificazione puoi leggere anche la Vita di san Martino di Sulpicio Severo

 

 

Dalle «Lettere» di Sulpicio Severo

Lett. 3, 6. 9-10. 11. 14-17. 21; Sc 133, 336-343

 

Martino previde molto tempo prima il giorno della sua morte. Avvertì quindi i fratelli che ben presto avrebbe cessato di vivere. Nel frattempo un caso di particolare gravità lo chiamò a visitare la diocesi di Candes. I chierici di quella chiesa non andavano d’accordo tra loro e Martino, ben sapendo che ben poco gli restava da vivere, desiderando di ristabilire la pace, non ricusò di mettersi in viaggio per una così nobile causa. Pensava infatti che se fosse riuscito a rimettere l’armonia in quella chiesa avrebbe degnamente coronato la sua vita tutta orientata sulla via del bene. Si trattenne quindi per qualche tempo in quel villaggio o chiesa dove si era recato finché la pace non fu ristabilita. Ma quando già pensava di far ritorno al monastero, sentì improvvisamente che le forze del corpo, lo abbandonavano. Chiamati perciò a sé i fratelli, li avvertì della morte ormai imminente. Tutti si rattristarono allora grandemente, e tra le lacrime, come se fosse uno solo a parlare, dicevano: «Perché, o Padre, ci abbandoni? A chi ci lasci, desolati come siamo? Lupi rapaci assaliranno il tuo gregge e chi ci difenderà dai loro morsi, una volta colpito il pastore? Sappiamo bene che tu desideri di essere con Cristo; ma il tuo premio é al sicuro. Se sarà rimandato non diminuirà. Muoviti piuttosto a compassione di coloro che lasci quaggiù». Commosso da queste lacrime, egli che, ricco dello spirito di Dio, si muoveva sempre facilmente a compassione, si associò al loro pianto e, rivolgendosi al Signore, così parlò dinanzi a quelli che piangevano: Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non ricuso la fatica: sia fatta la tua volontà.

O uomo grande oltre ogni dire, invitto nella fatica, invincibile di fronte alla morte! Egli non fece alcuna scelta per sé. Non ebbe paura di morire e non si rifiutò di vivere. Intanto sempre rivolto con gli occhi e con le mani al cielo, non rallentava l’intensità della sua preghiera. I sacerdoti che erano accorsi intorno a lui, lo pregavano di sollevare un poco il suo povero corpo mettendosi di fianco. Egli però rispose: Lasciate, fratelli, lasciate che io guardi il cielo, piuttosto che la terra, perché il mio spirito, che sta per salire al Signore, si trovi già sul retto cammino. Detto questo si accorse che il diavolo gli stava vicino. Gli disse allora: Che fai qui, bestia sanguinaria? Non troverai nulla in me, sciagurato! Il seno di Abramo mi accoglie. Nel dire queste parole rese la sua anima a Dio. Martino sale felicemente verso Abramo. Martino povero e umile entra ricco in paradiso.

 

 

Tropario di San Martino il Misericordioso, Tono 4

In segni e miracoli fosti rinomato in tutta la Gallia. Per grazia e adozione fosti una luce per il mondo, o Martino, benedetto di Dio. L’elemosina e la compassione han riempito la tua vita con i loro splendori, l’insegnamento e i saggi consigli furono tue ricchezze e tesori, che dispensi liberamente a coloro che ti onorano.

 

Altro tropario, Tono 1

La tua pietà per la nudità del povero ti ha concesso, Martino, di contemplare Cristo, mentre diceva ai suoi angeli: Martino mi ha vestito con questo mantello. Anche di noi tuoi servi abbi quindi pietà, perché siamo poveri e nudi di buone azioni. Implora il Signore dell’universo di avere pietà delle nostre anime.

 

Kontakion di San Martino il Misericordioso, Tono 8

Come uomo devoto di Dio, hai proclamato i suoi misteri, e come veggente della Trinità, hai sparso le tue benedizioni sull’Occidente. Con le tue preghiere e suppliche, ornamento di Tours e gloria di tutta la Chiesa, preservaci, o san Martino, e salva tutti coloro che lodano la tua memoria.

 

Altro kontakion, Tono 4

Nella semplicità e umiltà di cuore, o sommo sacerdote Martino, hai guidato il tuo gregge, hai guarito i malati, scacciato i demoni, hai domato il fuoco e risuscitato i morti; hai fatto rifiorire i cuori appassiti con la tua vita angelica e la tua preghiera incessante. Il Maestro della Vigna ti ha  colmato d’una messe traboccante. O sommo-sacerdote santissimo che mai condannasti persona, sii con noi nell’ora del terribile Giudizio.

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