giovedì 20 dicembre 2012

Sant’Ambrogio


Sant’Ambrogio arcivescovo di Milano

7 (20) Dicembre

 

Tropario, tono 4

Regola di fede, immagine di mitezza, maestro di continenza: così ti ha mostrato al tuo gregge la verità dei fatti. Per questo, con l’umiltà, hai acquisito ciò che è elevato, con la povertà, la ricchezza, o padre e pontefice Ambrogio. Intercedi presso il Cristo Dio, per la salvezza delle nostre anime.


Altro tropario, tono 3

Come maestro delle cose divine e presule sapiente, inizi i fedeli nella acribia delle dottrine, beato Ambrogio, dissolvi la nebbia provocata dagli eretici, manifesti la Grazia della pietà mandata da Dio a coloro che ti onorano conservandoli illesi.
 

Kontakion, tono 3

Rifulgendo per divine dottrine, hai represso l’errore di Ario, o iniziatore ai sacri riti e pastore Ambrogio; e compiendo prodigi per la potenza dello Spirito, hai realmente sanato molte specie di mali; padre santo, supplica il Cristo Dio per la salvezza delle nostre anime.
   

Exapostilarion

Difensore dell’Ortodossia, fondamento della Chiesa, sostegno dei pontefici e vescovo sapiente tu ti sei mostrato, Ambrogio, guidando il gregge ai pascoli della pietà, respingendo come belve indomabili le torme dei non ortodossi, o araldo di Dio, spiegando la consustanzialità della santa Triade.

 

 

Per la tua edificazione puoi leggere:




 

Dal De paenitentia di sant’Ambrogio

(II, 867.73)
 

Oh, se tu riservassi anche a me il fango dei tuoi piedi, Gesù, che hai macchiato mentre camminavi in me! Oh, se mi offrissi da detergere la sporcizia delle tue piante, che io, col mio comportamento, ho fatto aderire ai tuoi piedi! Ma da dove mi verrà l’acqua viva, con cui possa lavare i tuoi piedi? Se non ho l’acqua, ho lacrime, e mentre con esse lavo i tuoi piedi, potessi io sciacquare me stesso! Che motivo ho, perché tu dica di me: Gli sono stati perdonati molti peccati, perché ha molto amato? (Lc 7, 47)  Riconosco che ho avuto più debiti e che è stato rimesso di più a me, che sono stato chiamato dallo strepito delle liti forensi e dal terrore della pubblica amministrazione al sacerdozio. E perciò temo di risultare ingrato, se amo di meno, io cui è stato rimesso di più.

Mantieni, Signore, la tua concessione, custodisci il dono che mi hai conferito, benché ne rifuggissi. Io, infatti, sapevo che non ero degno di essere chiamato vescovo, perché mi ero dato a questo secolo. Ma per grazia tua sono quello che sono (cfr. I Cor 15, 10), e sono invero il più piccolo di tutti i vescovi e l’infimo in merito (cfr. I Cor 15, 9); tuttavia, poiché anch’io ho fatto qualche sforzo per la tua santa Chiesa, proteggi questo frutto, così da non lasciar perire, una volta sacerdote, colui che, perduto, chiamasti al sacerdozio, e così che, in primo luogo, sappiamo aver compassione, con intimo affetto, dei peccatori… e, ogni volta che viene esposto il peccato di qualcuno che ha errato, io lo compatisca, e non lo riprenda con superbia, ma mi addolori e pianga.

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