venerdì 8 febbraio 2013

Sant’Ammonas di Egitto


Sant’Ammonas di Egitto, discepolo di sant’Antonio il Grande

26 gennaio (8 febbraio)


AMMONE (O AMMONAS)
Discepolo di Antonio, il quale profetizzò di lui la grandezza che avrebbe raggiunto nell’umiltà e nell’innocenza (n. 8). Per quattordici anni fu monaco a Scete e quindi vescovo; non sappiamo se sia lui l’Ammone successore di Antonio in Pispir, luogo del primo ritiro di Antonio; avrebbe potuto forse esserlo fra la vita a Scete e l’episcopato. Ma nomi come il suo o simili al suo (Ammonio, Ammona, Amun, ecc.) erano molto frequenti e questo non favorisce ricostruzioni storiche sicure. Gli vengono attribuite 14 lettere indirizzate a «figli e fratelli»[1]. In una di esse riprende l’insegnamento di Antonio dicendo: «Il padre Antonio ci diceva: “Non può l’uomo senza tentazioni entrare nel regno dei cieli”» (PJ IX, 3). Le lettere trattano con molta ampiezza il tema della lotta contro le tentazioni e dell’acquisizione dello Spirito Santo. Doroteo di Gaza, nel suo capitolo sul dovere di non giudicare il prossimo, riprende l’apoftegma n. 10 e lo commenta così: «Quale misericordia dimostrò, quale carità aveva quell’anima santa!… E non solo, dopo Dio, protesse il colpevole, ma anche lo guarì correggendolo al momento opportuno… Immediatamente il fratello fu preso da dolore e compunzione, immediatamente agirono sulla sua anima l’amore e la compassione dell’anziano» (Ins. VI, 76).

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1. Un fratello chiese al padre Ammone: «Dimmi una parola». L’anziano gli disse: «Ecco, poniti in mente ciò che pensano i malfattori in prigione: essi domandano sempre a tutti dov’è il giudice e quando verrà, e piangono nell’attesa del castigo. Allo stesso modo il monaco deve sempre essere attento, e accusare l’anima sua dicendo: – Guai a me, come potrò presentarmi al tribunale di Cristo? (Cf. 2 Cor 5, 10). Come potrò giustificarmi dinanzi a lui? Se tu ripeti questo incessantemente, potrai salvarti».
2. Raccontano che il padre Ammone uccise una volta un basilisco: uscito nel deserto per attingere acqua al pozzo, vide un basilisco e si gettò con la faccia a terra dicendo: «Signore, chi deve morire, io o lui?». Immediatamente il basilisco fu squarciato dalla potenza di Cristo.
3. Il padre Ammone ha detto: «Ho trascorso quattordici anni a Scete chiedendo a Dio giorno e notte la grazia di vincere l’ira».
4. Uno dei padri raccontò che alle Celle vi era un monaco molto laborioso, che indossava una stuoia. Si recò un giorno dal padre Ammone. L’anziano lo vide vestito di una stuoia e gli disse: «Questo non ti giova a nulla». L’altro lo interrogò: «Sono preso da tre pensieri, se vagare nel deserto, se andare in terra straniera dove nessuno mi conosca, o se invece chiudermi in una cella, non rispondere a nessuno, e mangiare un giorno sì e un giorno no». Il padre Ammone gli disse: «Nessuna di queste tre cose ti giova. Rimani piuttosto nella tua cella, mangia un po’ ogni giorno, medita incessantemente nel tuo cuore la parola del pubblicano (Cf. Rm 14, 10 e Lc 18, 13), e potrai salvarti».
5. Dei fratelli vennero a trovarsi in angustie nel luogo dove abitavano e, pensando di lasciarlo, si recarono dal padre Ammone. Ed ecco che l’anziano era in viaggio in barca; e, vedendoli camminare sulla riva del fiume, chiese ai barcaiuoli: «Mettetemi a terra!», e chiamò i fratelli: «Io sono quell’Ammone da cui volete andare!». Consolò i loro cuori e li convinse a ritornare donde erano partiti. Ciò che li angustiava infatti non era di danno alle loro anime, ma umana tribolazione.
6. Una volta il padre Ammone, venuto al fiume per attraversarlo, vi trovò un battello bene allestito, nel quale prese posto. Ed ecco sopraggiungerne un altro, che trasportava persone ragguardevoli. Gli dicono: «Vieni anche tu, padre, viaggia con noi». Ma egli dice: «Io salgo solo nell’imbarcazione pubblica». Egli aveva con sé un piccolo fascio di rami di palma, e sedeva intrecciando una corda e quindi disfacendola, finché l’imbarcazione non fu arrivata ed ebbe così raggiunto la riva. I fratelli si inchinarono davanti a lui dicendo: «Perché fai così?». Disse loro l’anziano: «Perché, avendo sempre il pensiero impegnato, io non divaghi». Ma questo è solo un esempio, per dire che dobbiamo percorrere con raccoglimento la via di Dio[2].
7. Un giorno il padre Ammone, uscito per recarsi dal padre Antonio, perse la strada. Si sedette allora per dormire un poco, quindi, alzatosi dal sonno, pregò Dio con queste parole: «Ti supplico, Signore Dio mio, non perdere la tua creatura!». E gli apparve come una mano d’uomo sospesa in cielo, che gli indicò la via, finché giunse e si fermò alla grotta del padre Antonio.
8. A questo padre Ammone, il padre Antonio profetizzò che doveva fare progressi nel timore di Dio; lo condusse fuori dalla cella e gli mostrò una pietra dicendogli: «Insultala e colpiscila!». Dopo che ebbe fatto così, il padre Antonio gli chiese: «Forse che la pietra ha detto qualcosa?». L’altro disse: «No». E il padre Antonio a lui: «Ecco, anche tu devi arrivare a questo punto». E così avvenne: il padre Ammone fece tali progressi che per la sua grande bontà ignorava completamente il male. In questa situazione, divenuto vescovo, gli venne condotta un giorno una giovane che era incinta, e gli dissero: «Il tale… ha commesso questo. Puniscili!». Egli invece, fatto un segno di croce sul suo ventre, diede ordine di darle sei paia di lenzuoli, perché, se al momento del parto o lei o il bimbo fossero morti, non mancasse qualcosa in cui seppellirli. Quelli che l’accusavano gli dissero: «Perché fai questo? Puniscili piuttosto!». Ma egli disse loro: «Non vedete fratelli che è vicina alla morte? E cosa posso fare io?». E la congedò; né mai l’anziano osò condannare qualcuno.
9. Raccontavano che un giorno alcuni si recarono dal padre Ammone per essere giudicati da lui. Ma egli finse di essere stupido. Una donna allora disse al suo vicino: «Questo vecchio è folle!». Il vecchio la udì e, chiamatala, le disse: «Ho fatto tanta fatica, nel deserto, per acquistare tale follia, e dovrei perderla oggi per te?» (cfr. 1 Cor 1, 18ss.).
10. Il padre Ammone venne un giorno a pranzo in un luogo dove vi era un fratello che godeva cattiva fama. E avvenne che la donna [con cui quel fratello era in relazione] giunse ed entrò nella cella del fratello che aveva cattiva fama. Gli abitanti di quel luogo, quando lo seppero, si agitarono e si radunarono, per mandarlo via dalla sua cella. Udendo che il vescovo Ammone si trovava in quel luogo, lo andarono a chiamare perché venisse con loro. Il fratello se ne accorse e nascose la donna in una grande botte. Quando la gente arrivò, il padre Ammone sapeva [1] cos’era accaduto, e, per amore di Dio, volle nascondere la cosa. Entrato, si sedette sulla botte, e diede ordine che cercassero per tutta la cella. Quando ebbero frugato dappertutto senza trovare la donna, il padre Ammone disse: «Che cosa significa questo? Dio vi perdoni!». E dopo aver pregato, li fece uscire tutti; quindi prese la mano del fratello e gli disse: «Bada a te stesso (Cf. Gn 24, 6), fratello!». Detto questo, se ne andò.
11. Fu chiesto al padre Ammone: «Qual è la via stretta e piena di tribolazioni?» (Cf. Mt 7, 14). Rispose: «È questa: fare violenza ai propri pensieri e recidere le proprie volontà per amore di Dio. Questo è anche il significato delle parole: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mt 19, 27)».

Da: Da: L. MORTARI (edd), Vita e detti dei padri del deserto, Città Nuova, Roma, 1997, 120-124.



[1] Una traduzione in lingua spagnola delle Lettere di s. Ammonas è consultabile sul sito: Cartas San Ammonas
[2] Si possono notare delle affinità con alcuni episodi quotidiani vissuti dal santo patriarca Pavle di Serbia:
 
 
Il diacono che accompagnava il Patriarca nelle sue uscite a Belgrado racconta della lezione che prese da lui una volta, mentre si recavano nella chiesa di Banovo Brdo*.
Che mezzo prendiamo? La macchina? chiese il diacono.
No, l’autobus! rispose il Patriarca con enfasi.
Ma l’autobus è sempre pieno e il calore è soffocante. Non è neanche vicino.
Andremo così, gli dice seccamente il Patriarca.
Vostra beatitudine, dice il diacono cercando di convincerlo, è estate e la gente va a fare il bagno nell’isola Cingalija e nella maggioranza sono mezzi nudi, non è giusto…
Padre, gli dice serenamente il patriarca, ognuno vede ciò che vuole!
 
La gente di Belgrado spesso incontrava il patriarca Pavle per strada, sul tram o sull’autobus. Una volta mentre camminava in viale Петер И per andare al patriarcato, si fermò accanto a lui una Mercedes ultimo modello. Al volante c’era un sacerdote di una ricca parrocchia di Belgrado.
Vostra beatitudine, La prego, mi permetta di darLe un passaggio dove desidera.
Il patriarca appena salito chiese:
Padre, di chi è questa auto di lusso?
È mia, vostra beatitudine!
Fermati subito! gli ordinò il patriarca.
Scese dalla macchina, fece umilmente il segno della croce, lo benedisse e disse:
– Dio ti protegga!
 
 

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