Il
Boccaccio racconta la storia d’un ebreo che un suo amico cristiano voleva
convertire. L’ebreo stava per accettare il cristianesimo quando, prima
d’impegnarsi a fondo, espresse la volontà di andare a Roma per conoscere da
vicino la condotta del papa e dei cardinali. Il cristiano rimase spaventato e
pensò che tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani, qualora l’ebreo avesse
veduto la vita dell’alto clero romano. L’ebreo però volle andare lo stesso e
vide ogni cosa. Ritornato, mentre l’amico cristiano si attendeva chissà quali
impressioni, ebbe questa inattesa risposta:
-
Se la fede cristiana non è stata distrutta dalle miserie che ho veduto a Roma
tra il clero, e anzi si è sempre più dilatata e rinforzata, dev’essere proprio
di origine divina.
E
l’ebreo si convertì definitivamente e stabilmente.
Questa novella
indica la vera e sola maniera di difendere il cristianesimo. La più grande
obiezione infatti contro il cristianesimo sono precisamente i cristiani. I
cristiani non buoni sono uno scandalo per gli uomini che vogliono venire o
ritornare alla fede cristiana. Ai nostri tempi, questo argomento contro il
cristianesimo è usato e abusato, perché l’incredulità largamente diffusa induce
a giudicare il cristianesimo non in se stesso, ma dal modo con cui lo vivono i
cristiani.
Da: NICOLAJ BERDIAEFF, Christianisme
e realité sociale, Editions “Je Sers”, 1934.
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