Sapete perché sono diventato cristiano?
di Olivier Clément
Un
giorno, adolescente, avevo camminato tutto il pomeriggio lungo il mare. Era
inverno, e nel cielo infinitamente deserto, apparivano le prime stelle. Forse
erano morte da migliaia e migliaia d’anni, ma la loro luce mi arrivava ancora.
Presto
sarei morto anch’io, e un po’ più tardi – perché davanti al nulla, più ancora
che davanti a Dio, i millenni sono come giorni – un po’ più tardi tutta la
terra sarebbe morta, e le stelle morte avrebbero continuato a brillare.
Intirizzito,
col cuore freddo come il giaccio, salii sull’autobus che doveva ricondurmi in
città.
Avevo
deciso di uccidermi. Perché aspettare? Perché lasciare che il nulla mi
invadesse ancora come una tortura? Tant’era si perdesse subito.
Allora
sentii che qualcuno mi guardava. Era una bambina di quattro o cinque anni. I
suoi occhi erano pieni di amicizia. Mi sorrise. E capii che la luce di uno
sguardo – l’oceano interiore degli occhi – era più vasto del nulla punteggiato
di stelle, che c’era una promessa e che bisognava vivere.
Sapete
che sono diventato cristiano perché il cristianesimo mi è apparso come la
religione dei volti?
Da: OLIVIER CLEMENT, Dialoghi con Atenagora, Torino, 1972.
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