La chiesa di Santa Grata inter Vites
La prima
notizia documentaria relativa ad una cappella dedicata a Santa Grata in Bergamo
risale all’VIII secolo. Nel testamento del gasindio regio Taido del 774,
infatti, veniva nominata una "basilica Sancte Grate" sita "prope
civitate Bergomate" (Pergamene archivi Bergamo 1988). Si ha menzione della
chiesa di Santa Grata in altra fonte più tardiva, risalente al XIV secolo.
Nell’elenco dei rappresentanti delle chiese al sinodo del 1304 è infatti
nominato un "pre Pergaminus de Sancte Grate inter vites" (Chiese di
Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore attestazione di tale chiesa si trova in
una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le
decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi,
un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota
ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le
rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte la
chiesa di Santa Grata è nominata "capela civitatis Bergomi" e vi
erano censiti due benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione
della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il
24 settembre 1575, la parrocchiale di Santa Grata inter vites, "extra
moeniam constructa", risultava consacrata. Stando a quanto riportato da
Ronchetti, la consacrazione sarebbe avvenuta l’anno 1399, per mano del vescovo
Branchino da Besozzo (Ronchetti 1818). All’epoca della visita del Borromeo, la
parrocchia risultava godere di un beneficio pari a 150 scudi aurei annui. Nella
parrocchiale era eretta la scuola del Santissimo Sacramento, governata da
officiali del consorzio della vicinia. Entro la circoscrizione parrocchiale
erano comprese la chiesa sussidiaria di Sant’Erasmo, cui era annessa la scuola
dei disciplini, retta da un ministro, un sottoministro, un tesoriere e un
canevario, e la chiesa di San Gottardo del monastero dei frati serviti. Erano
inoltre censite la chiesa di San Matteo, con dignità prepositurale ("quae
sine iure est; et alias, dignitas praeposituralis existebat, nunc autem habitu
tantum remansit et ab immemorabili tempore citra destituta reperitur"), la
chiesa di Santa Maria di Valverde "extra moeniam civitatis
constructam", la chiesa di Santa Maria di Longuelo, la chiesa di San
Matteo "supram collem Longoli", la chiesa di San Martino "in
contrata del Cornu extra moenia civitatis", la chiesa dell’abbazia di San
Sepolcro di Astino dell’Ordine dei vallombrosani, sita "extra moenia
civitatis", la chiesa di San Nazario in Curnasco, la cui comunità, retta
da un cappellano mercenario stipendiato, pretendeva la propria autonomia
parrocchiale. Si citavano infine l’oratorio di Santa Maria del Sepolcro, sito
"in via publica", la chiesa di San Vigilio, presso la quale era
istituito il consorzio della vicinia di San Vigilio retto da tre sindaci e otto
consiglieri, la chiesa dei disciplini di San Sebastiano "in contrata de
Botta", la cui scuola era stata istituita nel 1540, l’oratorio di Santa
Maria della "Madonina", la chiesa di San Rocco "loci
Fontanae", la chiesa di Santa Maria "de Castanea", l’oratorio di
San Rocco "de Castenita", la chiesa campestre di San Benedetto in
Valmarina, nel luogo in cui anticamente sorgeva un monastero delle monache
benedettine che, seppur trasferite in borgo San Leonardo, provvedevano a
stipendiare il cappellano della chiesa, e il consorzio della vicinia di borgo
Canale, eretto nel 1504. La comunità di Santa Grata contava allora 1200 anime
comunicate, ed era officiata da sette sacerdoti, un diacono, e cinque chierici
"absque titulo" (Visita Borromeo 1575). In un coevo manoscritto
recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo, risultano
ulteriori oratori nei confini della parrocchia: una cappella intitolata a Santa
Maria in contrada Sudorno e un oratorio sotto il titolo della Beata Maria
"Castanea", sito in contrada di Fontana, di recente costruzione. In
tale fonte si appuntava inoltre che la chiesa di San Rocco in Fontana era
"fabricata dudum" e che in essa si celebrava nei giorni festivi per
la comodità dei vicini di detta contrada, troppo distante dalla parrocchiale.
In tale fonte si menzionava pure la presenza di una cappella "in ripa
montis Sancti Vigilii" posta sotto il titolo di Santa Maria, nella quale
per la devozione dei fedeli si celebrava molto spesso la messa. Venivano
inoltre citate "in contrata nuncupata la Giesiola" la chiesa di Santa
Maria Gesiole e, vicino a quest’ultima, la chiesa dedicata a San Bernardo
(Beneficiorum ecclesiasticorum 1577).
Nel Sommario
delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere
Marenzi, presso la parrocchiale cittadina sotto l’invocazione di Santa Grata
detta inter Vites situata nel Borgo Canale, erano erette le scuole del
Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore e del Rosario presso l’altare
della Beata Vergine Maria. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un
luogo pio chiamato Consorzio. Vi si trovavano inoltre un monastero dei monaci
della Congregazione di Vallombrosa con annessa una chiesa dedicata al Santo
Sepolcro, un altro monastero dei frati dell’Ordine dei servi con annessa la
chiesa dedicata a San Gottardo, un monastero dei frati del Terzo Ordine di San
Francesco con una chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria nella contrada di Longuelo.
Gli oratori compresi entro la parrocchia erano Sant’Erasmo in Borgo Canale, in
cui era eretta una confraternita dei disciplini militanti sotto il gonfalone di
Santa Maria Maddalena, San Martino di giuspatronato dell’Ospedale Maggiore di
Bergamo, San Matteo nella contrada di Longuelo, Beata Vergine Maria in Valle
d’Astino, Sant’Anna nella predetta contrada, San Rocco nella contrada di
Fontana, Beata Vergine Maria della Castagna nella medesima contrada, San
Sebastiano, San Rocco nella contrada di Carnida di sopra, San Vigilio nella
contrada chiamata il Monte di San Vigilio, la cappella di Santa Maria Maddalena
nel castello di San Vigilio, Beata Vergine Maria nella contrada di San Vigilio,
San Marco nella contrada Paradiso, Natività della Beata Vergine Maria nella
contrada di Sudorno, la capella di San Benedetto nella contrada di Val Marina
di ragione delle monache di San Benedetto di Bergamo. A quest’epoca la comunità
di Santa Grata, retta da un curato beneficiato stipendiato per 2450 lire, da un
chierico e tre cappellani, contava 2020 anime di cui 1100 comunicate (Marenzi
1666-1667).
In occasione
della visita pastorale del vescovo Dolfin avvenuta il 19 agosto 1781, nella
parrocchiale risultavano erette la scuola del Santissimo Sacramento, presso
l’altare maggiore, e la confraternita del Santissimo Rosario presso l’altare
omonimo, entrambe amministrate da deputati laici. Si registrava inoltre
l’erezione della scuola della Dottrina cristiana presso l’altare di Sant’Anna.
Da quest’ultima dipendevano le altre scuole della Dottrina cristiana che si
tenevano negli oratori della parrocchia. Entro i confini della circoscrizione
parrocchiale erano compresi gli oratori di Santa Maria Maddalena in Castello
detto la "Capella", retto da un proprio cappellano, Sant’Erasmo in
Borgo Canale, dove era eretta la confraternita dei disciplini bianchi, Beata
Vergine della Riva sotto il Castello, San Vigilio sull’omonimo monte, retto da
un proprio sacerdote, San Sebastiano sul monte della Botta, retta da un
cappellano, San Rocco di Fontana, Beata Vergine della Castagna, officiata da un
cappellano, Sant’Anna in Valle d’Astino, Santa Maria del Bosco, Beata Vergine
dello Spasimo, San Michele dei Morti in Longuelo, San Matteo di Longuelo
Superiore officiata da un cappellano, Santa Maria di Loreto in Broseta, retta
da un cappellano, San Martino detto della Pigrizia, officiata da un cappellano,
San Marco, Santa Maria in Sudorno con un proprio cappellano, Santa Maria della
Cintura sul monte San Vigilio, Visitazione di Maria, Santa Maria Annunciata in
Fontana. Le due chiese di San Nazaro e Celso in Curnasco e di San Rocco in
Castagneta risultavano smembrate da Santa Grata ma sottoposte alle consuete
forme di riconoscimento della dipendenza dalla chiesa matrice, tra cui la
nomina del rettore. Si registrava inoltre la presenza di un consorzio della
Misericordia che dispensava ogni anno 280 lire in sale agli abitanti della
contrada, del monastero di San Gottardo dell’Ordine dei servi di Maria, del
monastero di San Sepolcro di Astino dell’Ordine di San Giovanni Alberto e di
Santa Maria di Longuelo dell’Ordine di San Francesco. La comunità della
parrocchia contava a quest’epoca 2305 anime di cui 1315 comunicate, ed era
retta da un prevosto beneficiato e da cinque sacerdoti. Il beneficio della parrocchia
ammontava a circa 400 scudi (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto
si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi,
contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la
parrocchia di Santa Grata inter vites risultava compresa nella vicaria
cittadina. La comunità, nel 1734, contava 2141 anime di cui 1635 comunicate.
Nella medesima fonte, alla sua "prepositura" risultavano sottoposte
le parrocchie di San Rocco di Castagneta e San Nazario in Curnasco (Stati del
clero 1734-1822).
Nel 1805, in
seguito al decreto sulla riunione delle parrocchie nelle venti città principali
del Regno d’Italia, alla parrocchia di Santa Grata inter Vites venne accorpata
la chiesa di San Rocco in Castagneta (decreto 22 giugno 1805); le disposizioni
governative relative a Castagneta vennero recepite nel decreto attuativo
promulgato dal vescovo Dolfin in data 10 gennaio 1806 (decreto 10 gennaio
1806).
Nel 1861, la
parrocchia VI di "Santa Grata Inter Vites" risultava censita come
"parrocchia urbana". A quest’epoca la comunità contava 2338 anime, ed
era retta da un prevosto e tre sacerdoti. Entro la circoscrizione parrocchiale
erano comprese la chiesa dipendente di San Vigilio sul Monte, San Sebastiano,
San Rocco in Fontana, San Martino detto della Pigrizia, Sant’Erasmo, Santa
Maria in Sudorno (GDBg).
La comunità di
Santa Grata rimase compresa entro la circoscrizione delle parrocchie urbane
fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi. Dal
1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone
pastorali, la parrocchia di Santa Grata inter Vites fu aggregata alla zona
pastorale XIX, composta dalle parrocchie della zona del centro cittadino
(decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, la
parrocchia è entrata a far parte del vicariato urbano Nord-Ovest (decreto 27
maggio 1979).
Roberta Frigeni
Dal sito: http://www.lombardiabeniculturali.it
Punto centrale
del Borgo, la chiesa fu costruita sul luogo di sepoltura di Santa Grata e
chiamata Inter Vites (tra le coltivazioni di vite) per evitare di confonderla
con la chiesa di Santa Grata che si trova in via Arena. Nel 1176 la parrocchia
di Santa Grata comprendeva i territori di Fontana, Castagneta, Loreto, Longuelo
e Curnasco. L'edificio originario della chiesa era orientato ortogonalmente
rispetto a quello attuale e si trovava ad un livello più basso. Consacrata alla
fine del '300, la chiesa nel 1529 fu semidistrutta, come il resto del borgo,
per permettere la costruzione delle mura. Riedificata completamente nel XVIII
secolo, su progetto di Achille Alessandri, subì dei cambiamenti a metà 800,
quando furono modificate le cappelle laterali e fu costruita una cappella
dedicata a San Pellegrino Laziosi. Nel 1937 l'ing. Luigi Angelini apportò
ulteriori cambiamenti sfondando il presbiterio e ricavando uno spazio per il
coro. La facciata, rivolta a nord verso la strada ed in asse con una scalinata
che mette in comunicazione con via Sudorno, ha un grande arco inquadrato da
alte lesene corinzie. Su di essa si possono osservare le statue di Grata e Lupo
di Anton Maria Pirovano della metà del XVIII secolo. Dello stesso periodo è il
campanile.
L'interno è a
croce greca con cupola centrale decorata tra il 1739 e il 1740 da Francesco
Polazzo con la "Gloria di Santa Grata". I pennacchi sono decorati con
affreschi eseguiti nel 1903-04 da Giuseppe Riva.
Sulla parete
dell'abside vi è raffigurata "Santa Grata che porge la testa di
Sant’Alessandro e San Lupo" (1653) di Giacomo Barbelli.
Dal sito: www.comune.bergamo.it
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