domenica 27 gennaio 2013

Giorno della memoria

 
 
Secondo volantino

Non ci si può intendere con il nazionalsocialismo sul piano spirituale, perché esso non è spirituale. È un errore parlare di una visione nazionalsocialista del mondo; infatti, se esistesse, bisognerebbe tentare di dimostrarla o combatterla con mezzi spirituali. Ma la realtà ci offre un'immagine completamente diversa: già al suo primo apparire, questo movimento era indirizzato all'inganno del prossimo, già allora era profondamente corrotto e poteva salvarsi solo attraverso continue menzogne. Lo stesso Hitler scrive in una delle prime edizioni del "suo" libro (un libro che è stato scritto nel peggiore tedesco che io abbia mai letto; e, ciò nonostante è stato elevato al rango della Bibbia dal popolo dei poeti e dei pensatori): «È incredibile come si debba ingannare un popolo per poterlo governare». Se all'inizio questo tumore cancrenoso del popolo tedesco non si è reso troppo visibile, ciò è accaduto soltanto perché esistevano forze ancora buone, sufficienti al lavoro necessario a controllarlo. Ma quando esso divenne sempre più grande e, infine, giunse al potere con un'ultima generale corruzione, il tumore, in un certo senso, si aprì e infettò tutto il corpo, la maggior parte degli oppositori di un tempo si nascose, l'intelligenza tedesca si rifugiò in uno scantinato per soffocare lì, lentamente, come piante grasse sottratte alla luce e al sole. Ora siamo alla fine. Ora è decisivo questo: ritrovarsi uno di fronte all'altro, illuminarsi da uomo a uomo, riflettere sempre e non darsi tregua, fino a quando anche l'ultimo uomo sia convinto della estrema necessità della sua lotta contro questo sistema. Se, infine, un'ondata di rivolta attraverserà il Paese, se questo "si sente nell'aria", se molti collaborano, allora con un ultimo, potente sforzo questo sistema potrà essere rovesciato. Una fine con orrore è sempre meglio di un orrore senza fine.

Non ci è stata data possibilità di esprimere un giudizio definitivo sul senso della nostra storia. Ma se questa catastrofe deve servirci per la salvezza, allora solo così potrà accadere: saremo purificati dal dolore, vedremo sorgere la luce dalla notte più profonda, ci scuoteremo e finalmente ci aiuteremo a liberarci dal giogo che opprime il mondo.

Non vogliamo scrivere, in questo foglio, della questione ebraica, né pronunciare discorsi in difesa. No, solo come esempio vogliamo ricordare brevemente il dato di fatto che, dalla occupazione della Polonia, trecentomila ebrei sono stati assassinati in quel Paese nel più bestiale dei modi. Qui noi vediamo il più orrendo delitto contro la dignità umana, un delitto che non ha confronti in tutta la storia dell'umanità. Anche gli ebrei sono uomini, qualunque sia la posizione che si vuole assumere sulla questione ebraica; e tutto questo è stato perpetrato contro degli uomini. Forse qualcuno dice che gli ebrei hanno meritato questo destino; questa affermazione sarebbe una mostruosa presunzione; ma, ammesso che qualcuno lo affermi, quale posizione assumerebbe in relazione al fatto che l'intera gioventù aristocratica polacca è stata sterminata (voglia Dio che ciò non sia ancora compiuto!)? In che modo, Lei chiederà, questo è avvenuto? Sono stati deportati in Germania, nei campi di concentramento per i lavori forzati, tutti i giovani tra i quindici e i venti anni, discendenti maschi di nobili casate; e in Norvegia, nei bordelli delle SS, tutte le ragazze della stessa età! A che scopo Le raccontiamo queste cose, visto che Lei già conosce, se non questi, altri delitti ugualmente gravi di questa orribile specie di esseri subumani? Perché qui viene toccato un problema che ci riguarda tutti profondamente e deve dare a tutti da riflettere. Perché il popolo tedesco è così inerte dinanzi a questi crimini, tanto orrendi e disumani? Quasi nessuno ci riflette. Il fatto viene accettato come tale e consegnato ad acta. E di nuovo il popolo tedesco cade nel suo ottuso e stupido sonno e dà a questi criminali fascisti il coraggio e l'occasione per continuare ad uccidere, ed essi lo fanno. È questo il segno che i tedeschi sono abbrutiti nei loro più intimi sentimenti umani? Che nessuna corda vibra in essi di fronte a simili azioni? Che sono ormai affondati in un sonno mortale dal quale nessun risveglio sarà più possibile, mai, giammai? Sembra così e così certamente è se i tedeschi non usciranno finalmente da questo torpore, se non protesteranno, dovunque e ogni volta che potranno, contro questa cricca di criminali, se non parteciperanno al dolore di queste centinaia di migliaia di vittime. E dovranno provare non solo compassione per questo dolore, no, ma molto di più: corresponsabilità. Infatti, anche solo con il loro inerte atteggiamento essi danno a questi uomini oscuri la possibilità di agire così; essi sopportano questo "governo" che ha assunto su di sé una colpa infinita, certo, ma, soprattutto, essi stessi sono responsabili del fatto che tale governo ha potuto avere origine! Ogni uomo vuole dirsi estraneo a questo tipo di corresponsabilità, ognuno lo fa e poi ricade nel sonno con la coscienza più serena e migliore. Ma egli non potrà dirsi estraneo: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole!

Tuttavia non è ancora troppo tardi, per eliminare questo che è il più ripugnante tra tutti i peggiori governi del mondo, per non assumere su di sé altre responsabilità. Adesso che i nostri occhi, in questi ultimi anni, sono stati aperti, adesso che sappiamo con chi abbiamo a che fare, adesso è il momento decisivo per sterminare quest'orda bruna. Fino allo scoppio della guerra la maggioranza del popolo tedesco era cieco, i nazionalsocialisti non si mostravano nel loro vero aspetto, ma adesso che li abbiamo riconosciuti, sterminare queste belve deve essere l'unico e sommo dovere, perfino il più sacro dovere di ogni tedesco.

«Felice quel popolo il cui governo non si fa sentire. Il popolo il cui governo è opprimente, viene soffocato. La miseria, ahimè, è ciò su cui si costruisce la fortuna. La fortuna, ahimè, occulta solo miseria. Come andrà a finire? La fine non è ancora visibile. L'ordine si trasforma in disordine, il bene si trasforma in male. Il popolo cade nello smarrimento. Non è forse così, ogni giorno, da tempo? Per questo l'uomo elevato ha angoli retti, ma non urta, è spigoloso, ma non ferisce; egli è giusto, ma non brusco. È limpido, ma non vuole risplendere».

Lao-Tze


«Io non vedo raggiungere il suo scopo colui che cerca di dominare il regno e di formarlo secondo il suo volere: questo è tutto».

« Il regno è un organismo vivente: in verità, non può essere costruito artificialmente! Chi vuole provarci, lo rovina; chi vuole impadronirsene, lo perde».

Perciò: «alcuni esseri precedono, altri li seguono, alcuni hanno il respiro caldo, altri freddo, alcuni sono forti, altri deboli, alcuni raggiungono la pienezza, altri naufragano».

« L'uomo elevato evita l'eccesso, evita la superbia, evita la sopraffazione».

Lao-Tze

 
Preghiamo di fare quante più copie possibile di questo scritto e di diffonderle.

 
 
Terzo volantino

"Salus publica suprema lex"

Tutte le forme ideali di Stato sono utopie. Uno Stato non può essere costruito in modo puramente teorico, ma deve crescere e maturare come fa un singolo uomo. Ma non bisogna dimenticare che lo Stato è stato presente in forma embrionale all'inizio di ogni civiltà. La famiglia è antica quanto l'uomo stesso e, da questa iniziale aggregazione, l'uomo capace di raziocinio si è creato uno Stato il cui fondamento deve essere la giustizia e il cui scopo supremo deve essere il bene comune. Lo Stato deve rappresentare per analogia l'ordine divino e la più sublime di tutte le utopie, la civitas dei, è il modello al quale esso deve, in definitiva, orientarsi. Non vogliamo qui formulare giudizi sulle possibili, diverse forme di Stato, la democrazia, la monarchia costituzionale, la monarchia assoluta e così via. Solo una cosa vuole essere rilevata in modo chiaro ed univoco: ogni singolo uomo ha diritto ad uno Stato giusto e utile, che garantisca la libertà del singolo così come il bene della comunità. Infatti, in conformità alla volontà di Dio, l'uomo deve cercare di raggiungere il suo fine naturale e la sua felicità terrena, libero e indipendente nella comunità, di vita e di lavoro, dello Stato.

Ma il nostro attuale "Stato" è la dittatura del maligno. "Questo lo sappiamo già da tempo", ti sento obiettare, "e non abbiamo alcuna necessità che ci sia ricordato ancora una volta". Ma, ti chiedo, se lo sapete perché non reagite, perché permettete che questi tiranni, passo dopo passo, in modo evidente o in segreto, vi derubino dei vostri legittimi beni, uno dopo l'altro, finché, un giorno, nulla, ma proprio nulla resterà, se non un congegno statale meccanizzato, comandato da criminali e ubriaconi? È già così sottomesso alla violenza il vostro spirito, da dimenticare che non è solo un vostro diritto, ma anche vostro dovere morale, eliminare questo sistema? Ma se un uomo non ha più la forza di rivendicare i propri diritti, allora è assolutamente certo che finirà in rovina. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo come polvere nel vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora e non trovassimo finalmente il coraggio che finora ci è mancato. Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Infatti, per ogni giorno in cui indugiate, in cui non vi opponete a questa creatura infernale, la vostra colpa aumenta, come in una curva parabolica, sempre più in alto.

Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini non hanno un'idea chiara di come si possa esercitare una opposizione efficace. Non vedono alcuna possibilità. Noi vogliamo tentare di mostrar loro che ognuno può fare qualcosa per il crollo di questo sistema. Non sarà possibile preparare il terreno per la caduta di questo "governo" o anche provocarne al più presto il crollo con una opposizione individuale, da eremiti amareggiati, ma solo attraverso la collaborazione di molti uomini convinti ed attivi, uomini concordi sui mezzi con cui potranno raggiungere il loro obiettivo. Noi non abbiamo un'ampia possibilità di scelta circa tali mezzi, ne abbiamo solo uno a disposizione: la resistenza passiva.

Il significato e lo scopo della resistenza passiva è di portare il nazionalsocialismo alla caduta e in questa lotta non dobbiamo arretrare davanti a nessuna strada, a nessuna azione, in qualsiasi ambito esse si collochino. Il nazionalsocialismo deve essere aggredito in tutti i luoghi in cui è possibile farlo. Deve essere preparata al più presto una fine per questo non-Stato, una vittoria della Germania fascista in questa guerra avrebbe conseguenze imprevedibili e tremende. La prima preoccupazione di ogni tedesco non può essere la vittoria militare sul bolscevismo, ma la sconfitta del nazionalsocialismo. Questa deve stare assolutamente al primo posto. In uno dei nostri prossimi volantini Le dimostreremo la estrema necessità di questa esigenza.

Ed ora ogni convinto oppositore del nazionalsocialismo deve porsi questa domanda: come combattere nel modo più efficace lo "Stato" attuale, come infliggergli i colpi più duri? Senza dubbio, con la resistenza passiva. È ovvio che non possiamo dare ad ognuno direttive per il suo comportamento, possiamo solo indicarlo in linea di massima; ognuno, poi, deve trovare la via della realizzazione.

Sabotaggio nelle fabbriche di armi e nelle industrie di guerra, sabotaggio di ogni adunata, raduno, manifestazione, festeggiamento o organizzazione creati per iniziativa del partito nazionalsocialista. Frapposizione di ostacoli al regolare funzionamento della macchina da guerra (una macchina che lavora esclusivamente per una guerra che serve solo alla salvezza ed alla conservazione del partito nazionalsocialista e della sua dittatura). Sabotaggio in tutti i settori scientifici e spirituali che svolgono attività per la continuazione della guerra, siano essi università, istituti universitari, laboratori, uffici tecnici. Sabotaggio in tutte le istituzioni di tipo culturale che potrebbero aumentare il "prestigio" dei fascisti presso il popolo. Sabotaggio in tutti i settori delle arti figurative che abbiano un rapporto, anche il più insignificante, con il nazionalsocialismo o siano al suo servizio. Sabotaggio in tutte le pubblicazioni, in tutti i quotidiani che siano al soldo del "governo", che lottano per le sue idee e per la diffusione della menzogna bruna. Non elargite un centesimo alle raccolte di fondi organizzate in strada (anche quando sono fatte con il pretesto di opere di beneficenza). Questa, infatti, è solo una simulazione. In realtà, il ricavato non va a beneficio né della Croce Rossa, né delle persone bisognose. Il governo non ha bisogno di questo denaro, non è finanziariamente interessato a queste raccolte – le macchine tipografiche già lavorano senza interruzione e producono qualsiasi quantità di banconote si voglia. Ma il popolo deve essere costantemente tenuto sotto pressione, la pressione della cavezza non può mai allentarsi! Non date nulla per le raccolte di metalli o tessuti e materiali di altro genere. Cercate di convincere tutte le persone che conoscete, anche quelle dei ceti popolari meno abbienti, della insensatezza a continuare, della mancanza di prospettive per questa guerra, della schiavitù, spirituale ed economica, causata dal nazionalsocialismo, della distruzione di ogni valore morale e religioso e di indurle alla resistenza passiva!


Dalla Politica di Aristotele:

« [...] Inoltre appartiene» (alla essenza della tirannia) «fare in modo che nulla rimanga nascosto di quanto qualunque suddito dica o faccia, ma che delle spie lo seguano ovunque... inoltre aizzare, in tutto il mondo, l'uno contro l'altro e gli amici contro gli amici, il popolo contro gli aristocratici e i ricchi tra loro. Inoltre è tipico di queste regole tiranniche impoverire i sudditi, affinché la guardia del corpo possa essere retribuita e perché essi, occupati dai bisogni delle loro esigenze quotidiane, non abbiano tempo e agio per cospirare… ma anche queste elevate entrate fiscali, come quelle imposte a Siracusa, dove sotto Dionisio i cittadini spesero per le tasse nel corso di cinque anni tutti i loro beni. E il tiranno tende continuamente anche a provocare guerre [...] »

Per favore, copiare e distribuire!

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