L'espressione Genocidio armeno, talvolta
Olocausto degli Armeni[1][2]
o Massacro degli Armeni (in lingua
armena Հայոց
Ցեղասպանութիւն Hayoc’ C’eġaspanowt’yown o Մեծ
Եղեռն Medz Yeghern
"Grande Crimine", in turco
Ermeni Soykırımı "Genocidio armeno", a cui talvolta viene anteposta la
parola "sözde", "cosiddetto") si riferisce a due eventi distinti ma legati fra
loro: il primo è relativo alla campagna contro gli armeni condotta dal
sultano ottomano Abdul-Hamid II negli anni
1894-1896; il secondo è
collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni negli anni 1915-1916. Il termine
genocidio è associato soprattutto al secondo episodio, che viene
commemorato dagli Armeni il 24 aprile.
Il 24 aprile 2010 è stato commemorato
il 95º Anniversario del Genocidio Armeno[3].
Nello stesso periodo storico l'Impero Ottomano aveva
condotto (o almeno tollerato) attacchi simili contro altre etnie (come gli assiri e i greci), e per questo
alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio.[4]
Sul piano internazionale, ventuno stati[5]
hanno già ufficialmente riconosciuto un genocidio negli eventi descritti.[6][7][8][9]
Primo massacro
armeno
Nel 1890 nell'Impero ottomano si
contavano circa 2 milioni di armeni, in maggioranza cristiani-ortodossi monofisiti
(non avevano partecipato al Concilio di
Calcedonia e non avevano aderito alla professione di fede che riconosce
anche la piena umanità di Gesù insieme alla sua piena divinità, e dunque
considerano Gesù come entità unicamente divina). Gli armeni erano sostenuti
dalla Russia nella loro
lotta per l'indipendenza, poiché la Russia aspirava ad indebolire l'Impero
ottomano per annetterne dei territori ed eventualmente appropriarsi di Costantinopoli. Per
reprimere il movimento autonomista armeno, il Governo ottomano incoraggiò fra i
curdi, con i quali
condivideva il territorio nell'Armenia storica,
sentimenti di odio anti-armeno.
L'oppressione che dovettero subire dai curdi e l'aumento
delle tasse imposto dal governo turco esasperò gli armeni fino alla rivolta,
alla quale l'esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose
assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi (1894).
Due anni dopo, probabilmente per ottenere visibilità
internazionale, alcuni rivoluzionari armeni occuparono la banca ottomana a Istanbul. La
reazione fu un pogrom
anti-armeno da parte di turchi ottomani in cui
persero la vita 50.000 armeni.
Secondo massacro
armeno
Nel periodo precedente la prima guerra
mondiale all'impero ottomano era succeduto il governo dei «Giovani Turchi». Costoro
temevano che gli armeni potessero allearsi coi russi, di cui erano
nemici. Il 1909 registrò un eccidio
di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia[10].
Nel
1915 alcuni battaglioni
armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che
in precedenza avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto l'esercito
francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta
contro il nascente potere repubblicano.[11]
Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i
primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli.
L'operazione proseguì l'indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di
mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino
delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e
massacrati lungo la strada.
Arresti e deportazioni furono compiute in massima
parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero
1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o
sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di
ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le
alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e
si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle piu' note marce
ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale.[12][13][14]
Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e
dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di
quei fatti.[15]
Malgrado le controversie storico-politiche, che saranno
trattate nella sezione che segue, un ampio ventaglio di analisti concorda nel
qualificare questo accadimento come il primo genocidio moderno,[16][17][18]
e soprattutto molte fonti occidentali enfatizzano la "scientifica"
programmazione delle esecuzioni.[19]
Numero dei
morti
L'esatto numero di morti è controverso. Le fonti turche
tendono a minimizzare la cifra, quelle armene a gonfiarla.
Nel 1896 il governo ottomano
registrava in 1.440.000 gli Armeni residenti in Anatolia. Secondo il Patriarcato
armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni
anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000. Le
stime variano da un minimo di 950.000 secondo le fonti scritte turche fino a
3.500.000 secondo le ipotesi degli Armeni.
Il numero degli armeni morti nel secondo massacro è
ancora più controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000,
mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. Talat
Pasha, Gran Visir
nel 1917-1918 e importante Giovane Turco, stima la
cifra in 300.000 morti.
Toynbee ritiene che i morti furono 600.000, come pure
McCarthy. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di
morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente
accettato.
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