Dalle Divine Istituzioni
di Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio
Tutti i guai dell’umanità sono
nati a causa della cupidigia, e questa è nata dal disprezzo nei confronti del
vero Dio. È avvenuto che non
soltanto non si è permesso ai poveri di godere del superfluo, ma si è giunti perfino a
derubarli, cercando egoisticamente di trar profitto da qualunque parte. Così,
quegli stessi beni che Dio mise a disposizione comune sono diventati proprietà
di pochi.
Per ridurre tutti in proprio potere, si è cominciato
dapprima a sottrarre le cose necessarie per vivere, poi a monopolizzarle
accuratamente per proprio uso e consumo esclusivo. Si perse ogni sentimento di
altruismo, si arrivò a dissipare tutto ciò che era stato accumulato con
l’avidità e con l’avarizia. Le stesse leggi che pretendevano richiamarsi alla
giustizia furono elaborate in termini quanto mai crudeli e iniqui, per
garantire ruberie e ingordigie contro le resistenze della moltitudine.
Dio, all’approssimarsi degli
ultimi tempi, ha misericordiosamente inviato il proprio araldo (Gesù) per
riportare in terra l’antica età dell’oro e la giustizia, e per alleviare il
genere umano da tanti e così gravi errori. Ritornò sì la bellezza di quella età, fu sì restituita
alla terra, ma la giustizia è tornata a pochi: essa non è nient’altro che il
culto pio e devoto di un Dio unico.
Chi pensa che non vi può essere
nessun uomo giusto e religioso ha la giustizia davanti agli occhi, ma non la
vuole guardare veramente. Perché
la cantano nei loro versi, la descrivono nei loro discorsi e ne lamentano la
mancanza, mentre sarebbe così facile essere virtuosi, volendolo? Perché la
giustizia ve la raffigurate così astratta e pretendete che vi cada quasi dal
cielo come se fosse un simulacro? Eccola, essa è davanti a voi: se potete,
ricevetela e ponetela nei vostri cuori. Non è affatto difficile, ed è sempre
attuale. Siate giusti, siate onesti: la virtù che andate cercando,
spontaneamente vi seguirà. Togliete dal cuore ogni pensiero malvagio e l’età
dell’oro tornerà. Ciò avverrà soltanto se comincerete ad adorare il vero Dio.
Ma, se si desidera la giustizia e nello stesso tempo perdura l’idolatria,
niente potrà far sì che la giustizia torni veramente fra gli uomini.
La giustizia richiede che si
alimenti il sentimento della bontà in colui che si allontana dalla malizia del
peccato. La dimora della
giustizia, infatti, non è costituita dalla pietra o dal cemento, ma dall’uomo
stesso, che porta in sé l’immagine di Dio; e questo tempio non è ornato di oro
o di doni preziosi ma transitori, bensì con i doni eterni della virtù.
Bisogna imparare dunque (se rimane ancora un po’ di
buon senso) che gli uomini sono ingiusti perché sono idolatri, e che la
situazione del
nostro mondo diventa ogni giorno più precaria perché viene trascurato Dio.
Il denaro: fonte e sintesi
dell’idolatria di sempre, creatore e conservatore del mondo, perché ci si è
abbandonati a culti empi e illeciti e infine perché vengono perseguitati anche
i pochi adoratori del Dio vero.
Se tutti adorassero soltanto Dio,
non vi sarebbero né discordie né guerre, appunto perché gli uomini si
convincerebbero di essere tutti figli di quell’unico Dio. Uniti fra loro da questa divina parentela
sacra e inviolabile, consapevoli dei castighi che Dio, conoscitore dei
pensieri e dei delitti più segreti, riserva a coloro che uccidono le anime, gli
uomini non sarebbero più nemici degli altri uomini. Non vi sarebbero neppure
più rapine, se gli uomini ascoltassero il comandamento di Dio e imparassero a
essere contenti di poco e se imparassero a preferire, alle cose incerte e
periture, quelle sicure ed eterne.
Tante miserie non esisterebbero
sopra la terra, se tutti concordemente osservassero la legge di Dio. La condizione del genere umano sarebbe veramente felice e
beata, se in tutto il mondo trovassero dimora la mansuetudine, la pietà,
l’innocenza, la giustizia, la temperanza, la lealtà.
Per governare l’umanità non c’è
affatto bisogno di leggi numerose e diverse: per ottenere una vita perfetta e
innocente, basta la legge di Dio. Se gli uomini sono malvagi, è perché sono immersi nell’ignoranza della
rettitudine e del
bene. Se il genere umano è oppresso dai malanni, è perché si è introdotto in
mezzo ad esso il culto idolatrico, basato sull’ingiustizia e sull’empietà. Non
potevano e non potranno coltivare la pietà coloro che si ribellano a Dio e lo
rinnegano come unico padre di tutti.
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