Detti dello staretz Paìsios aghiorita
sull’uomo contemporaneo
Ha
detto il Ghéron: «Oggi gli uomini si sono allontanati dai padri spirituali, per
cui sono soffocati dai cattivi pensieri e dalle passioni. Preferiscono fare la
loro confessione agli psichiatri e prendere delle pillole per dimenticare i
loro problemi. Ma, passato un po’ di tempo, il problema torna ed essi
ricominciano con le medicine. Invece se l’uomo si regola interiormente, dorme
come un agnellino e non ha bisogno di sonniferi».
Ha
detto il Ghéron: «Il mondo ha perso il senso della vita e lo deve riscoprire.
L’incredulità fa molto male. Tutto il male affonda lì le sue radici».
Ha
detto il Ghéron: «Il male si è diffuso e tutto è nero, come la terra arata. Se
seminiamo su questo terreno certamente diventerà verde e in estate darà frutto.
In questo momento il mondo vive nell’oscurità del male, ma verrà anche il tempo
della raccolta, per cui occorre seminare».
Ha detto il
Ghéron: «Noto una buona inquietudine e un vivo orientamento verso i monasteri.
Dio ci aiuterà in questa svolta. Ora ci troviamo nell’oscurità, ma il mondo
cambierà, prendendo coscienza delle sue stupidaggini. Mi sorprendo come anche i
letterati commettano tanti errori!».
Ha detto il
Ghéron: «Verrà un’epoca in cui alcuni canteranno e si ubriacheranno nei luoghi
di divertimento, mentre altri andranno nelle chiese e nei monasteri per pregare
e vegliare».
Ha detto il
Ghéron: “Oggi l’uomo cattivo si presenta come buono. Il massone, ad esempio,
prende l’aspetto di chi ha timore di Dio, mentre porta con sé una borsa in cui
c’è il diavolo. Egli afferma di guidare gli uomini sulla retta via e, mentre
cammina davanti a noi, il diavolo ci mostra le sue corna. “Che cos’è questo?”,
chiedono gli uomini che lo seguono, notando la presenza del diavolo. “Sono melanzane;
venite con me”, afferma il massone. Voglio dire che, pur sapendo che si tratta
di cose diaboliche, i cattivi ce le presentano come se fossero buone e utili e
noi, malgrado tutto, li seguiamo».
Ha
detto il Ghéron: «Ciascuno deve lavorare con filòtimo, ossia con nobiltà, amore, zelo, nella libertà, mettendo
tutto se stesso, con gratitudine verso Dio. Lasciamo stare i mondani, perché ne
sono pieni i manicomi. Essi dicono: perché quello è riuscito a costruirsi un
grande edificio ed io non ce l’ho fatta? Allora riprendono a lavorare ancora di
più, senza comprendere che l’altro è fallito proprio perché si è costruito un
sacco di edifici che non gli servono a nulla. I mondani lavorano con spirito di
concorrenza verso gli altri, opprimono se stessi, cadono nell’angoscia e si
rattristano. Sono intrappolati in situazioni di infelicità, perché affrontano
tutto in modo mondano. In loro c’è molto orgoglio e non c’è posto per la grazia
di Dio».
Ha detto il
Ghéron: «Gli uomini del nostro tempo gioiscono per le cose materiali, perché
hanno una macchina nuova o perché si sono costruiti una casa, perché hanno
comprato scarpe nuove e dei bei vestiti, oppure perché hanno acquistato una
barca. Si tratta sempre di cose materiali. Se vivessero la vita del paradiso,
tutto ciò apparirebbe loro come spazzatura».
Il Ghéron ha
raccontato ad alcuni visitatori il seguente fatto: «C’era nel bosco un anziano
pastore, che viveva in una capanna. Al tempo della guerra i soldati ne avevano
fatto un posto di guardia, riempiendola di cibo, bevande e altro. Una volta i
soldati, in compagnia del pastore, hanno mangiato e bevuto e si sono ubriacati.
A causa di una negligenza la capanna prese fuoco. Uno dei soldati disse
all’anziano: “Signor Thanàsis, la tua capanna ha preso fuoco”; egli rispose:
“Lasciala bruciare”. Vedete che l’anziano, essendo ubriaco, non si interessava
della sua capanna. Così fanno anche gli uomini di oggi. Ubriachi delle cose
materiali, si disinteressano di quelle spirituali. Consegnano il loro cuore alle
preoccupazioni materiali e si allontanano da Dio».
Ha detto il
Ghéron: «Il nostro popolo, oggi, è capace solo di parate, ma non è pronto alla
guerra. Passata la burrasca, le cose cambieranno. Questo è il tempo in cui si
distingue l’oro dal rame».
Da: DIONISIOS TATSIS, Non cercate una santità a buon mercato. Vita
e insegnamenti dal Monte Athos, Roma, 1997, 100-101.
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