L’antica chiesa pievana di San Vincenzo (sec. VIII - sec. XVII)
La cattedrale
di Sant’Alessandro venne costruita sotto l’episcopato di Narno, nel IV secolo,
e demolita nel 1561, per la costruzione delle mura venete. Essa fu la prima
sede episcopale, ma essendo "extra moenia", i cristiani dovettero
provvedere ad un posto "intra moenia": si sviluppò allora la chiesa
dedicata a San Vincenzo. Non è certo se questa chiesa fu tolta ai cattolici dai
Longobardi, che ne fecero una cattedrale ariana, oppure se continuarono a
funzionare in Bergamo due cattedrali cattoliche. Il Chiodi suppone che i
Longobardi provvidero ad includere Sant’Alessandro dentro le mura, disponendo
di San Vincenzo come propria cattedrale (Diocesi di Bergamo 1988). Secondo
Fornoni, la chiesa di San Vincenzo esisteva almeno dalla seconda metà del
secolo VII, ai tempi di re Cuniberto. Nel testamento del gasindio regio Taido
del 774, la chiesa di San Vincenzo è nominata insieme a Santa Maria (Pergamene
archivi Bergamo 1988). Nel 774 "ecclesia", cioè chiesa battesimale,
in Bergamo è solo San Vincenzo con Santa Maria, mentre le altre, compresa
Sant’Alessandro con San Pietro, sono basiliche, cioè chiese non battesimali. Il
vescovo Adalberto vi istituì la canonica nell’897. Non si dispone invece dell’atto
di fondazione della canonica di Sant’Alessandro, che Dentella e Belotti
collocano all’anno 953, ma che Chiodi anticiperebbe all’inizio del secolo X.
In città
l’unica pieve era costituita attorno alla cattedrale e al vescovo. Tanto
Sant’Alessandro quanto San Vincenzo ebbero la chiesa battesimale: San Pietro e
San Giovanni in Arena la prima, Santa Maria la seconda. Ma con tutta
probabilità in tempi successivi: prima solo San Pietro, poi solo San Giovanni
per Sant’Alessandro, infine solo Santa Maria per San Vincenzo. San Giovanni
risaliva al vescovo Tachimpaldo, alla fine del VIII secolo, quando
Sant’Alessandro si trovava entro le mura di Bergamo. Scomparsa questa
situazione nel secolo IX, tutte le funzioni si concentrarono in San Vincenzo,
battesimo compreso, che veniva conferito in Santa Maria. Discordie tra i
canonici dei due capitoli si protrarranno fino al secolo XVII, quando avverrà
la fusione in un unico organismo, dopo la distruzione dell’antica cattedrale di
Sant’Alessandro, e la consacrazione a Sant’Alessandro della ricostruita
cattedrale già di San Vincenzo.
Dal 1561, con
la distruzione della basilica alessandrina in seguito alla costruzione delle
nuove fortificazioni venete, i due capitoli di Sant’Alessandro e di San
Vincenzo convivevano nella cattedrale di San Vincenzo (Diocesi di Bergamo
1988).
All’epoca
della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta nel
1575, così era esplicitata la questione giurisdizionale della chiesa Cattedrale
di San Vincenzo "nullum onus curae animarum exercendae cathedrali huic
imminet nomine certae particularis parochiae; verum liberum est unicuique de
populo, etiam omisso proprio parocho, ad hanc cathedralem recurrere inibique
peccata et in Paschate confiteri et Sancte Eucaristiae sacramentum sumere et
tunc onus archipresbitero incumbit: id autem non mediocriter perturbat
christianam populi disciplinam impeditque in parochis exactam gregis sui
cognitinem, eorumque presertim observationem qui in Paschate non
communicantur" (Visita Borromeo 1575).
Al 1689 risale
l’atto di unione dei due capitoli e la dedicazione della chiesa, già di San
Vincenzo, al solo Sant’Alessandro. A San Vincenzo venne intitola una cappella,
edificata nel 1697.
Roberta Frigeni
Dal sito: http://www.lombardiabeniculturali.it
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