mercoledì 21 novembre 2012

Dall'Epideixis di Ireneo di Lione


Dalla: Dimostrazione della predicazione apostolica

di sant’Ireneo vescovo di Lione

 
 

La terra è circondata da sette cieli, nei quali risiedono potenze innumerevoli, angeli e arcangeli, che assicurano il culto a Dio onnipotente, non come a qualcuno che del culto abbia bisogno, ma per non restare oziosi, inutili e ingrati. Per questo la presenza dello Spirito di Dio è pluriforme ed è dal profeta Isaia enucleata nei sette carismi ricevuti dal Figlio di Dio, cioè dal Verbo, alla sua venuta come uomo. Dice infatti: «Su lui riposerà lo Spirito di Dio, Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, (Spirito di scienza) e di pietà; lo riempirà lo Spirito del timore di Dio» (Is 11, 2-3). Il primo cielo, dunque, a partire dall’alto, che include tutti gli altri, è la sapienza; il secondo è la intelligenza; quanto al terzo è il consiglio; il quarto, in linea discendente, è la fortezza; il quinto è la scienza; il sesto è quello della pietà; il settimo, questo nostro firmamento, è pieno del timore di questo Spirito, che illumina i cieli. Secondo questo schema, Mosè ricevette il candelabro dalle sette braccia continuamente acceso nel Santuario. Infatti ha ordinato la liturgia secondo questo schema celeste, come gli disse il Verbo: «Farai secondo il modello che hai visto sul monte» (cfr. Es 25, 40; Ebr 8, 5).

            Questo Dio, allora, viene glorificato dal suo Verbo, che è suo Figlio eterno, e dallo Spirito santo, che è la Sapienza del Padre dell’universo. Le loro potenze, cioè di questo Verbo e di questa Sapienza, dette anche Cherubini e Serafini, glorificano Dio con canti incessanti e tutto l’apparato celeste tributa gloria a Dio, Padre dell’universo. Questi col Verbo ha fatto esistere il mondo intero e in questo mondo sono inclusi gli angeli; al mondo intero ha fissato leggi, che ciascuno resti al suo posto e non varchi il confine stabilito da Dio, compiendo ognuno l’opera affidatagli.

            Ha creato l’uomo con le sue mani prendendo dalla terra ciò che c’era di più puro e più fino e mescolandovi in giusta proporzione la sua potenza. Infatti tracciò su questo composto il suo stesso profilo di modo che ciò che sarebbe stato visibile portasse l’impronta divina, – perché come immagine di Dio l’uomo fu plasmato e posto sulla terra – e affinché diventasse essere vivente, gli soffiò sul volto l’alito vitale, cosicché, nello spirito e nel fisico, l’uomo fosse simile a Lui. Fu creato da Dio libero e autonomo per dominare su ogni essere della terra. Questo mondo creato, preparato da Dio prima di plasmare l’uomo, fu dato all’uomo come suo territorio con tutti i beni che conteneva. In tale territorio erano all’opera, ciascuno secondo i propri compiti, i servi di quel Dio che aveva creato tutte le cose; in esso dominava il chiliarco-amministratore, che era stato costituito capo dei servi suoi eguali; i servi erano gli angeli, mentre il chiliarco-amministratore era un arcangelo.

 


Da: IRENEO DI LIONE, Epideixis. Antico catechismo degli adulti, Roma, 1981, 78-83.

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