Inizia oggi il Digiuno di san Filippo, ovvero la Quaresima di Natale. Buona Penitenza!
Dal Commento sul profeta Isaia
di sant’Eusebio vescovo di Cesarea
Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367
Voce di uno
che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la
strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).
Dichiara
apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l’avvento della gloria
del Signore e la manifestazione a tutta l’umanità della salvezza di Dio,
avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo si è realizzato
storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista predicò il salutare
avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto si manifestò la salvezza
di Dio. Infatti Cristo e la sua gloria apparvero chiaramente a tutti quando,
dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e lo Spirito Santo, scendendo in
forma di colomba, si posò su di lui e risuonò la voce del Padre che rendeva
testimonianza al Figlio: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono
compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).
Ma tutto ciò
va inteso anche in un senso allegorico. Dio stava per venire in quel deserto,
da sempre impervio e inaccessibile, che era l’umanità. Questa infatti era un
deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio e sbarrato a ogni giusto e
profeta. Quella voce, però, impone di aprire una strada verso di esso al Verbo
di Dio; comanda di appianare il terreno accidentato e scosceso che ad esso
conduce, perché venendo possa entrarvi: Preparate la via del Signore (cfr. Ml
3, 1).
Preparazione è
l’evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all’umanità
al conoscenza della salvezza di Dio.
«Sali su un alto monte, tu che
rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie
in Gerusalemme» (Is 40, 9).
Prima si era
parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con queste espressioni, si fa
allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli annunziatori più immediati
della venuta di Dio e alla sua venuta stessa. Infatti prima si parla della
profezia di Giovanni Battista e poi degli evangelizzatori.
Ma qual è la
Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella che prima si chiamava
Gerusalemme. Anch’essa infatti era un monte, come afferma la Scrittura quando
dice: «Il monte Sion, dove hai preso dimora» (Sal 73, 2); e l’Apostolo: «Vi
siete accostati al monte di Sion» (Eb 12, 22). Ma in un senso superiore la
Sion, che rende nota le venuta di Cristo, è il coro degli apostoli, scelto di
mezzo al popolo della circoncisione.
Sì questa,
infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezza di Dio e che è
posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè, sull’unigenito Verbo del Padre. A
lei comanda di salire prima su un monte sublime, e di annunziare, poi, la
salvezza di Dio.
Di chi è
figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della schiera degli
evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non portare a tutti gli
uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon annunzio della venuta di
Cristo in terra?
Di seguito sono riportate alcune pagine web che ci illuminano su come vivere questa Quaresima e sul suo significato.
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