San Martino il Misericordioso vescovo di
Tours
11 (24) Novembre
Questo venerato
e amato Santo d’Occidente, patrono della Francia, era nato in Pannonia (l’attuale
Ungheria) nel 316, da una famiglia pagana militare di stanza lì. Successivamente
la famiglia tornò a casa in Italia, dove Martino crebbe. Iniziò ad andare in
chiesa all’età di dieci anni, e divenne catecumeno. Anche se desiderava
diventare un monaco, entrò nell’esercito in obbedienza ai suoi genitori.
Un giorno,
quando era di stanza ad Amiens in Gallia, incontrò un povero tremante per
mancanza di vestiti. Aveva già dato tutto il suo denaro in elemosina, quindi
estrasse la spada, tagliò il mantello da soldato a metà, e diede la metà al
povero. Quella notte Cristo gli apparve, vestito con il mezzo mantello che
aveva dato via, e disse ai suoi angeli, “Martino, anche se ancora un
catecumeno, mi ha rivestito in questa veste”. Martino fu battezzato poco dopo.
Anche se desiderava ancora diventare un monaco, non ottenne il suo congedo dall’esercito
se non molti anni dopo, nel 356. I barbari avevano invaso la Gallia quando
Martino aveva chiesto il permesso di dimettersi dal suo incarico per motivi
religiosi. Ma il comandante lo accusò di codardia. Martino allora dimostrò il
suo coraggio, offrendosi di stare disarmato in prima linea durante la
battaglia, confidando nella potenza della Croce che lo avrebbe protetto. Il
giorno seguente, i barbari si arresero senza combattere, e a Martino fu
permesso di lasciare l’esercito.
Quindi divenne
un discepolo di S. Ilario di Poitiers (commemorato il 13 gennaio), l’"Atanasio
d’Occidente". Dopo aver viaggiato in Pannonia e in Italia (dove sua madre
si convertì alla fede in Cristo), tornò in Gallia, dove gli eretici ariani
stavano guadagnando molto terreno. Non molto tempo dopo divenne vescovo di
Tours, dove ha brillato come pastore della Chiesa: portando i la fede ai pagani,
la guarigione ai malati, e istituendo la vita monastica in tutta la Gallia, e
combattendo l’eresia ariana così diffusa in tutto l’Occidente. Trovando la
residenza episcopale troppo grande, andò a vivere presso una rude isolata
capanna in legno, pur adempiendo tutti i doveri di un vescovo della Chiesa.
Spesso conversava con gli angeli, ed ebbe in visione i santi Pietro e Paolo ed
altri santi.
La sua severità
contro l’eresia fu sempre accompagnata da amore e bontà verso tutti: una volta
intraprese un lungo viaggio per implorare l’Imperatore Massimo affinché
risparmiasse la vita di alcuni eretici Priscilliani che l’imperatore voleva far
giustiziare.
Dopo una vita
devota al servizio di Cristo e della sua Chiesa, il santo si ammalò a Candes,
un villaggio nella sua diocesi, dove morì l’8 novembre 397. Fu sepolto tre
giorni dopo a Tours, la sua memoria si celebra infatti nel giorno della sua
deposizione. Mentre il santo Vescovo stava morendo nel 397, gli apparve il
diavolo per tentarlo un’ultima volta. Il Santo gli disse: “Non troverai nulla
in me che ti appartiene. Il seno di Abramo sta per ricevermi”. Con queste
parole rese la sua anima a Dio.
Egli è stato
il primo confessore non martire ad essere chiamato santo in Occidente. Il suo
biografo, Sulpicio Severo, ha scritto di lui: “Martino non lasciò che un’ora o
un momento passasse senza darsi alla preghiera o alla lettura e, anche quando
leggeva o era in altro modo occupato, non smetteva di pregare Dio. Non era mai
stato visto di cattivo umore o disturbato, afflitto o in preda al ridere.
Sempre uguale, il viso sempre splendente di gioia celeste, sembrava aver
superato la natura umana. Nella sua bocca non v’era altro che il nome di Cristo
e nella sua anima, null’altro se non l’amore, la pace e la misericordia”.
Durante il
Medioevo, molte chiese occidentali sono state dedicate a San Martino, tra cui St.
Martin a Canterbury, e St. Martin-in-the-Fields a Londra.
Nel 1008 a
Tours, sulle reliquie di San Martino, fu eretta una cattedrale, che fu
distrutta nel 1793 durante la Rivoluzione francese, insieme con le reliquie di
San Martino e di San Gregorio di Tours (17 novembre). Una nuova cattedrale fu
costruita sul luogo molti anni dopo. Alcuni frammenti delle reliquie di San
Martino furono recuperati e traslati in cattedrale, mentre non rimane nulla
delle reliquie di San Gregorio.
Il nome di san
Martino appare su molti calendari greci e russi. La sua commemorazione al 12
ottobre nel calendario russo sembra essere un errore, dal momento che le fonti
antiche indicano la data di novembre.
Per la tua edificazione puoi
leggere anche la Vita di san Martino di
Sulpicio Severo
Dalle «Lettere» di Sulpicio Severo
Lett. 3, 6. 9-10. 11. 14-17. 21; Sc 133, 336-343
Martino
previde molto tempo prima il giorno della sua morte. Avvertì quindi i fratelli
che ben presto avrebbe cessato di vivere. Nel frattempo un caso di particolare
gravità lo chiamò a visitare la diocesi di Candes. I chierici di quella chiesa
non andavano d’accordo tra loro e Martino, ben sapendo che ben poco gli restava
da vivere, desiderando di ristabilire la pace, non ricusò di mettersi in
viaggio per una così nobile causa. Pensava infatti che se fosse riuscito a
rimettere l’armonia in quella chiesa avrebbe degnamente coronato la sua vita
tutta orientata sulla via del bene. Si trattenne quindi per qualche tempo in
quel villaggio o chiesa dove si era recato finché la pace non fu ristabilita.
Ma quando già pensava di far ritorno al monastero, sentì improvvisamente che le
forze del corpo, lo abbandonavano. Chiamati perciò a sé i fratelli, li avvertì
della morte ormai imminente. Tutti si rattristarono allora grandemente, e tra
le lacrime, come se fosse uno solo a parlare, dicevano: «Perché, o Padre, ci
abbandoni? A chi ci lasci, desolati come siamo? Lupi rapaci assaliranno il tuo
gregge e chi ci difenderà dai loro morsi, una volta colpito il pastore?
Sappiamo bene che tu desideri di essere con Cristo; ma il tuo premio é al
sicuro. Se sarà rimandato non diminuirà. Muoviti piuttosto a compassione di
coloro che lasci quaggiù». Commosso da queste lacrime, egli che, ricco dello
spirito di Dio, si muoveva sempre facilmente a compassione, si associò al loro
pianto e, rivolgendosi al Signore, così parlò dinanzi a quelli che piangevano: Signore, se sono ancora necessario al tuo
popolo, non ricuso la fatica: sia fatta la tua volontà.
O uomo grande
oltre ogni dire, invitto nella fatica, invincibile di fronte alla morte! Egli
non fece alcuna scelta per sé. Non ebbe paura di morire e non si rifiutò di
vivere. Intanto sempre rivolto con gli occhi e con le mani al cielo, non
rallentava l’intensità della sua preghiera. I sacerdoti che erano accorsi
intorno a lui, lo pregavano di sollevare un poco il suo povero corpo mettendosi
di fianco. Egli però rispose: Lasciate, fratelli, lasciate che io guardi il
cielo, piuttosto che la terra, perché il mio spirito, che sta per salire al
Signore, si trovi già sul retto cammino. Detto questo si accorse che il diavolo
gli stava vicino. Gli disse allora: Che fai qui, bestia sanguinaria? Non
troverai nulla in me, sciagurato! Il seno di Abramo mi accoglie. Nel dire
queste parole rese la sua anima a Dio. Martino sale felicemente verso Abramo.
Martino povero e umile entra ricco in paradiso.
Tropario di San Martino il
Misericordioso, Tono 4
In segni e miracoli fosti
rinomato in tutta la Gallia. Per grazia e adozione fosti una luce per il mondo,
o Martino, benedetto di Dio. L’elemosina e la compassione han riempito la tua
vita con i loro splendori, l’insegnamento e i saggi consigli furono tue
ricchezze e tesori, che dispensi liberamente a coloro che ti onorano.
Altro tropario, Tono 1
La tua pietà per la nudità del
povero ti ha concesso, Martino, di contemplare Cristo, mentre diceva ai suoi
angeli: Martino mi ha vestito con questo mantello. Anche di noi tuoi servi abbi
quindi pietà, perché siamo poveri e nudi di buone azioni. Implora il Signore
dell’universo di avere pietà delle nostre anime.
Kontakion di San Martino il
Misericordioso, Tono 8
Come uomo devoto di Dio, hai
proclamato i suoi misteri, e come veggente della Trinità, hai sparso le tue
benedizioni sull’Occidente. Con le tue preghiere e suppliche, ornamento di
Tours e gloria di tutta la Chiesa, preservaci, o san Martino, e salva tutti
coloro che lodano la tua memoria.
Altro kontakion, Tono 4
Nella semplicità e umiltà di
cuore, o sommo sacerdote Martino, hai guidato il tuo gregge, hai guarito i
malati, scacciato i demoni, hai domato il fuoco e risuscitato i morti; hai
fatto rifiorire i cuori appassiti con la tua vita angelica e la tua preghiera
incessante. Il Maestro della Vigna ti ha
colmato d’una messe traboccante. O sommo-sacerdote santissimo che mai
condannasti persona, sii con noi nell’ora del terribile Giudizio.
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