Concezione di sant’Anna, madre della
Santissima Madre di Dio
9 (22) Dicembre
Dal Protoevangelo di Giacomo
[1, 1] Secondo
le storie delle dodici tribù di Israele c’era un certo Gioacchino, uomo
estremamente ricco. Le sue offerte le faceva doppie, dicendo: “Quanto per me è
superfluo, sarà per tutto il popolo, e quanto è dovuto per la remissione dei
miei peccati, sarà per il Signore, quale espiazione in mio favore”. [2] Giunse
il gran giorno del Signore e i figli di Israele offrivano le loro offerte.
Davanti a lui si presentò Ruben, affermando: “Non tocca a te offrire per primo
le tue offerte, poiché in Israele non hai avuto alcuna discendenza”. [3]
Gioacchino ne restò fortemente rattristato e andò ai registri delle dodici
tribù del popolo, dicendo: “Voglio consultare i registri delle dodici tribù di
Israele per vedere se sono io solo che non ho avuto posterità in Israele”.
Cercò, e trovò che, in Israele, tutti i giusti avevano avuto posterità. Si
ricordò allora del patriarca Abramo al quale, nell’ultimo suo giorno, Dio aveva
dato un figlio, Isacco. [4] Gioacchino ne restò assai rattristato e non si fece
più vedere da sua moglie. Si ritirò nel deserto, vi piantò la tenda e digiunò
quaranta giorni e quaranta notti, dicendo tra sé: “Non scenderò né per cibo, né
per bevanda, fino a quando il Signore non mi abbia visitato: la mia preghiera
sarà per me cibo e bevanda”.
[2, 1] Ma sua
moglie innalzava due lamentazioni e si sfogava in due pianti, dicendo:
“Piangerò la mia vedovanza e piangerò la mia sterilità”. [2] Venne il gran
giorno del Signore, e Giuditta, sua serva le disse: “Fino a quando avvilisci tu
l’anima tua; Ecco, è giunto il gran giorno del Signore e non ti è lecito essere
in cordoglio. Prendi invece questa fascia per il capo che mi ha dato la signora
del lavoro: a me non è lecito cingerla perché io sono serva e perché ha
un’impronta regale”. [3] Ma Anna rispose: “Allontanati da me. Io non faccio
queste cose. Dio mi ha umiliata molto. Forse è un tristo che te l’ha data, e tu
sei venuta a farmi partecipare al tuo peccato”. Replicò Giuditta: “Quale
imprecazione potrò mai mandarti affinché il Signore che ha chiuso il tuo
ventre, non ti dia frutto in Israele?”. Anna si afflisse molto. [4] Si spogliò
delle sue vesti di lutto, si lavò il capo, indossò le sue vesti di sposa e
verso l’ora nona scese a passeggiare in giardino. Vedendo un alloro, si sedette
ai suoi piedi e supplicò il Padrone, dicendo: “O Dio dei nostri padri,
benedicimi e ascolta la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara,
dandole un figlio, Isacco”.
[3, 1]
Guardando fisso verso il cielo, vide, nell’alloro, un nido di passeri, e
compose in sé stessa una lamentazione, dicendo: “Ahimè! chi mi ha generato?
qual ventre mi ha partorito? Sono infatti diventata una maledizione davanti ai
figli di Israele, sono stata insultata e mi hanno scacciata con scherno dal
tempio del Signore. [2] Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio agli uccelli
del cielo, poiché anche gli uccelli del cielo sono fecondi dinanzi a te, Signore.
Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio alle bestie della terra, poiché
anche le bestie della terra sono feconde dinanzi a te, Signore. Ahimè! a chi
somiglio io mai? [3] Non somiglio a queste acque, poiché anche queste acque
sono feconde dinanzi a te, o Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? Non
somiglio certo a questa terra, poiché anche questa terra porta i suoi frutti
secondo le stagioni e ti benedice, o Signore”.
[4, 1] Ecco,
un angelo del Signore le apparve, dicendole: “Anna, Anna! Il Signore ha
esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai. Si parlerà in tutta la
terra della tua discendenza”.
Anna rispose: “(Com’è vero che)
il Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di maschio o di femmina,
l’offrirò in voto al Signore mio Dio, e lo servirà per tutti i giorni della sua
vita”. [2] Ed ecco che vennero due angeli per dirle: “Tuo marito Gioacchino sta
tornando con i suoi armenti”. Un angelo del Signore era infatti disceso da lui
per dirgli: “Gioacchino, Gioacchino! Il Signore ha esaudito la tua insistente
preghiera. Scendi di qui. Ecco, infatti, che Anna, tua moglie, concepirà nel
suo ventre”. [3] Gioacchino scese, e mandò a chiamare i suoi pastori, dicendo: “Portatemi
qui dieci agnelli senza macchia e senza difetto: saranno per il Signore, mio
Dio. Portatemi anche dodici vitelli teneri: saranno per i sacerdoti e per il
consiglio degli anziani; e anche cento capretti per tutto il popolo”. [4] Ed
ecco che Gioacchino giunse con i suoi armenti. Anna se ne stava sulla porta, e
vedendo venire Gioacchino, gli corse incontro e gli si appese al collo,
esclamando: “Ora so che il Signore Iddio mi ha benedetta molto. Ecco, infatti,
la vedova non più vedova, e la sterile concepirà nel ventre”. Il primo giorno
Gioacchino si riposò in casa sua.
[5, 1] Il
giorno seguente presentò le sue offerte, dicendo tra sé: “Se il Signore Iddio
mi è propizio, me lo indicherà la lamina del sacerdote”. Nel presentare le sue
offerte, Gioacchino guardò la lamina del sacerdote. Quando questi salì
sull’altare del Signore, Gioacchino non scorse in sé peccato alcuno, ed
esclamò: “Ora so che il Signore mi è propizio e mi ha rimesso tutti i peccati”.
Scese dunque dal tempio del Signore giustificato, e tornò a casa sua.
Tropario, tono 4
Oggi sono sciolti i vincoli della
sterilità: poiché Dio, esaudendo Gioacchino e Anna, promette loro che, contro
ogni speranza, genereranno la divina fanciulla: colei dalla quale egli stesso,
l’incircoscrivibile, divenuto mortale, è stato partorito, lui che, mediante un
angelo, ha comandato di acclamare a lei così: Gioisci, piena di grazia, il
Signore è con te.
Kontakion, tono 4
Fa festa oggi tutta la terra per
la concezione di Anna, avvenuta in Dio: essa ha infatti concepito colei che
oltre la ragione ha concepito il Verbo.
Per la tua
edificazione puoi leggere:
La Pasqua
Invernale: La Concezione di Maria del rev. padre Thomas Hopko
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