Milesi Alessandro "La carità"
Dalle Omelie sull’evangelo di
Matteo
di san Giovanni Crisostomo
Vuoi onorare
il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue
membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa
con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la
nudità. Colui che ha detto: “Questo è il
mio corpo”, confermando il fatto con la parola, ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato
da mangiare (cfr. Mt 25, 42), e: Ogni
volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l’avete
fatto neppure a me (cfr. Mt 25, 45). Il corpo di Cristo che sta sull’altare
non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha
bisogno di molta cura.
Impariamo dunque
a pensare e a onorare Cristo come egli vuole. Infatti l’onore più gradito che
possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole,
non quello escogitato da noi. Anche Pietro credeva di onorarlo impedendo a lui
di lavargli i piedi. Questo non era onore, ma vera scortesia. Così anche tu
rendigli quell’onore che egli ha comandato, fa’ che i poveri beneficino delle
tue ricchezze. Dio non ha bisogno di vasi d’oro, ma di anime d’oro.
Con questo non
intendo certo proibirvi di fare doni alla chiesa. No. Ma vi scongiuro di
elargire, con questi e prima di questi, l’elemosina. Dio infatti accetta i doni
alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri.
Nel primo caso
ne ricava vantaggio solo chi offre, nel secondo invece anche chi riceve. Là il
dono potrebbe essere occasione di ostentazione; qui invece è elemosina e amore.
Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro,
mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l’affamato, e
solo in seguito orna l’altare con quello che rimane. Gli offrirai un calice d’oro
e non gli darai un bicchiere d’acqua? Che bisogno c’è di adornare con veli d’oro
il suo altare, se poi non gli offri il vestito necessario? Che guadagno ne ricava
egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario e, senza curartene,
adornassi d’oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non
si infurierebbe contro di te? E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito
dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che
lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato
in modo atroce?
Pensa la
stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto.
Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le
pareti, le colonne e i muri dell’edificio sacro. Attacchi catene d’argento alle
lampade, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo
non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a
offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio,
perché questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non
aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato
alla geenna, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni. Perciò mentre
adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre.
Questi è un tempio vivo più prezioso di quello.
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