Dalla II catechesi battesimale di san Cirillo di Gerusalemme
6. Il Figlio «in tutto simile» al Padre
Credi anche in
un unico e solo Figlio di Dio, cioè nel Signore nostro Gesù Cristo, Dio
generato da Dio come vita da vita, luce da luce, generato in tutto simile al Genitore. Non ricevendo l’essere nel tempo ma
generato dal Padre prima di tutti i secoli, egli è dall’eternità e in modo
incomprensibile l’enipostasi (Cf. 1 Cor. 1, 24.30) della divina sapienza,
potenza e giustizia che siede alla destra del Padre da prima di tutti i secoli.
Il trono su cui siede alla destra del Padre non lo ricevette – come dicono
alcuni – dal Padre che in seguito alla passione e in premio della pazienza lo
incoronò (Cf. Ebr. 2, 9), ma esprime la dignità regale che ha dall’eternità, da
quando fu generato, perché – l’abbiamo detto – essendo la sapienza e potenza
del Padre, con il Padre regna e per iniziativa del Padre crea ogni cosa. Nulla
gli manca della dignità divina, dal momento che conosce il Genitore come è da
lui conosciuto (Cf. Gv. 10, 15). Lo possiamo riscontrare in breve sintesi nel
Vangelo, dove sta scritto: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio» (Mt. 11, 27).
7.
Una sola Parola rivela il mistero del
Padre
Credendo il
Figlio non estraneo al Padre, non confonderli entrambi facendone un solo
Figlio-Padre, ma credi nel solo Unigenito di un solo Padre, nella Parola
proferita dal Padre prima di tutti i secoli, pronunziata non come una parola
che svanisce per l’aria né simile alle nostre parole non in sé sussistenti. Il
Verbo infatti è il Figlio che dà l’essere agli esseri forniti di parola, Verbo
in quanto ascoltando il Padre lo rivela. […]
8.
Fu concepito nel seno della Vergine da
Spirito Santo
Credi che il
Figlio Unigenito del Padre discese dal cielo sulla terra per i nostri peccati e
assunse questa umanità passibile che abbiamo noi, generato dalla santa Vergine
e dallo Spirito Santo.
Non si fece
uomo in apparenza, fu non un fantasma ma un vero uomo. Non passò per la Vergine
come attraverso un tubo, ma prese da lei una vera carne e si nutrì del suo vero
latte. Realmente mangiò come mangiamo noi, realmente bevve come beviamo anche
noi, perché se la sua incarnazione fosse stata una vana apparenza, sarebbe pure
vana apparenza la nostra salvezza!
Il Cristo fu
tutt’e due le cose: visibile come uomo, invisibile in quanto Dio. Come uomo
mangiò realmente al pari di noi, avendo assunto tutto quello che rende
passibile la nostra carne: in quanto Dio sfamò cinquemila uomini con cinque pani
(Cf. Mt. 14, 17-21.); come uomo veramente morì, in quanto Dio rianimò un morto
quatriduano (Cf. Gv. 11, 39-44.); come uomo realmente dormì su una barca (Cf.
Mt. 8, 24), in quanto Dio camminò sulle acque (Cf. Mt. 14, 25).
Da: CIRILLO DI GERUSALEMME, Le Catechesi,
Roma, 1993, 85-89.
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