Veronese, Elemosina di S. Caterina
Dal De
opere et eleemosynis
di san Cipriano vescovo di Cartagine
Lo Spirito
Santo parla nella Scrittura e dice: Con
le elemosine e la fedeltà si espiano i peccati (Levitico 11, 44). Ma senza
dubbio non i peccati che erano stati commessi prima (del battesimo); poiché
quelli sono lavati dal sangue e dalla santificazione del Cristo. Poi esprime di
nuovo la stessa idea: Come l’acqua spegne
il fuoco, così l’elemosina estingue i peccati (Ecclesiastico 3, 30). Anche
qui è mostrato e provato che, come il fuoco della geenna è spento dal lavacro dell’acqua salutare, così mediante
elemosine ed opere giuste la fiamma dei peccati è soffocata. E poiché la
remissione dei peccati è accordata una volta sola nel battesimo, bisogna che la
pratica assidua e continua delle opere buone imiti il ruolo del battesimo ed
assicuri di nuovo l’indulgenza di Dio. Il Signore stesso lo insegna nel
vangelo. Infatti, quando i suoi discepoli furono criticati per aver mangiato
senza essersi prima lavati le mani, egli rispose dicendo: Colui che ha fatto il di dentro ha fatto anche il di fuori. Fate dunque
piuttosto elemosina ed ecco tutto sarà puro per voi (Luca 11, 40s.). Ciò
che voleva insegnare e mostrare è che si deve piuttosto lavare il cuore che le
mani, ed eliminare le macchie dell’interno piuttosto che dell’esterno, anzi,
che colui che ha purificato l’interno ha anche purificato l’esterno e, mediante
la purificazione dell’anima, la sua pelle e la sua carne sono diventate anch’esse
pure. Volendoci poi ammonire ed istruire sul modo per diventare puri e mondi,
aggiunse che bisognava fare elemosine. Il misericordioso ammonisce a praticare
la misericordia e, cercando di salvaguardare quelli che ha riscattato a caro
prezzo, insegna che quanti si sono macchiati dopo la grazia del battesimo, possono
di nuovo essere purificati.
Nessun commento:
Posta un commento