Dal trattato Contro le eresie di sant’Ireneo vescovo di
Lione
Adversus Haereses, III,19,3; 20,3; 21,4.10. SC 34,336.
344. 358. 370. 372.
Il
Figlio di Dio e nostro Signore è Verbo del Padre e Figlio dell’uomo, poiché fu
generato come uomo da Maria, che apparteneva al genere umano ed era lei stessa
creatura umana.
Perciò
fu lo stesso Signore a darci un segno nella profondità della terra e nelle
altezze del cielo, un segno che l’uomo non aveva richiesto: come l’uomo avrebbe
potuto sperare che una vergine diventasse madre, partorendo un figlio pur
restando vergine? Mai si sarebbe potuto immaginare che questo figlio fosse Dio
con noi e discendesse nelle profondità della terra alla ricerca della
pecora che s’era smarrita, e che era poi sua creatura.
Nessuno
avrebbe potuto pensare che risalendo in cielo per offrire e raccomandare al
Padre l’uomo che era stato ritrovato, il Verbo facesse di sé la primizia della
risurrezione dell’uomo.
Infatti,
come il capo è risuscitato dai morti, così risorgerà anche il resto del corpo;
in altre parole, ogni uomo si troverà a vivere dopo aver compiuto il tempo
della condanna che gli era toccata per la disobbedienza. Il corpo poi
costituirà un’unità, grazie ai vari legami che lo alimentano e raggiungerà il
suo pieno vigore grazie alla crescita che viene da Dio.
Dio ci
ha dato come segno della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l’Emmanuele:
poiché era il Signore stesso colui che salvava coloro che da se stessi non
avevano alcuna possibilità di salvezza.
Paolo,
indicando la radicale debolezza dell’uomo, dice: Io so che in me, cioè nella
mia carne, non abita il bene, poiché il bene della nostra salvezza non
viene da noi, ma da Dio. Ed esclama ancora: Sono uno sventurato! Chi mi
libererà da questo corpo votato alla morte? Quindi presenta il
liberatore e dice: L’amore gratuito del Signore nostro Gesù Cristo.
Anche
Isaia aveva predetto questo: Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le
ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio! Non temete; ecco
il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a
salvarvi”. Questo indica che non da noi, ma da Dio che ci aiuta, abbiamo la
salvezza.
C’è un
solo e medesimo Spirito di Dio che ha annunciato nei profeti quale sarebbe
stata la venuta del Signore e da dove sarebbe giunta. Lo Spirito poi ha
tradotto negli Anziani (cioè nella traduzione dovuta ai Settanta) gli oracoli
dei profeti. Sempre lo Spirito ha annunciato mediante gli apostoli che è giunta
la pienezza dei tempi, l’era dell’adozione filiale; ormai il regno dei cieli è
vicino e risiede tra gli uomini che credono nell’Emmanuele nato dalla Vergine.
Così gli
apostoli hanno attestato di Maria e di Giuseppe: Prima che andassero a
vivere insieme, Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. San
Luca riferisce che l’angelo Gabriele le disse: Lo Spirito Santo scenderà su
di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà
sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Adamo, il primo uomo, plasmato da Dio,
ricevette la sua sostanza da una terra incolta e ancora vergine - perché il
Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo. Adamo
fu plasmato dalla mano di Dio, cioè dal Verbo di Dio, perché tutto è stato
fatto per mezzo di lui.
Il Verbo
di Dio, dovendo ricapitolare in se stesso Adamo, era conveniente che ricevesse
una generazione tale da richiamare quella del primo uomo: ecco quindi che nasce
da Maria ancora vergine.
Se il
primo Adamo avesse avuto come padre un uomo e fosse stato generato dal seme di
un uomo, sarebbe giusto affermare che anche il secondo Adamo è stato generato
da Giuseppe. Se invece il primo Adamo fu preso dalla terra e fu plasmato dal
Verbo di Dio, allora il Verbo stesso, che ricapitolava in sé la persona di
Adamo, doveva essere generato in modo simile al primo uomo.
Perché allora Dio non prese di nuovo un po’ di polvere? Perché ha voluto che il
secondo Adamo fosse plasmato da Maria? Affinché non ci fosse un’altra creatura
e non fosse un’altra la creatura che sarebbe stata salvata. Invece doveva
essere ricapitolata quella stessa, in modo che si conservasse la somiglianza di
cui si è parlato.
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