Pieve di Lemine, S. Caterina
Megalomartire Caterina di Alessandria
24 Novembre (7
Dicembre)
Patrona degli
studenti e dei filosofi, e amata protettrice di uno dei quartieri di Bergamo:
LA LEGGENDA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA
[Pubblicata dallo Zambrini, vol. II, pag. 141].
Santa
Caterina, vergine santissima, fu figliuola di re [ed ebbe nome re Costo], ed
ebbe alto e sottile intendimento in molte scienze. Ora avvenne che Massenzio imperadore
faceva raunare in Alessandria molta gente e molti cavalieri armati: e fece
comandare che ogni uomo, fosse gentile o villano, andasse a fare sacrificio all’idolo;
e chi non v’andasse, sarebbe morto. E la gentile Caterina, vergine beata, in
Alessandria nata, essendo ella rimasa, dopo la morte di messer lo re Costo suo
padre, nel palagio suo, con molte ricchezze, et era d’età di diciott’anni, e
udendo ella il trionfo grande e romore degli uomini e degli stormenti e delle
bestie ch’erano morte per li sacrifici che facieno quelli pagani all’idoli nel
tempio, incominciossi forte a maravigliare. Quando intese quello che era, sì si
fece accompagnare dalla famiglia del palagio suo, e col segno della croce andò
al tempio dov’era lo imperadore che faceva sacrificio all’idoli; e vedeva che
molti cristiani, per paura dello imperadore, negavano Jesu Cristo e adoravano l’idoli.
E veggendo
santa Caterina queste cose, fu molto trista e con grande furore andò dentro dov’era
lo imperadore, e disse: «O imperadore,
quanto per la tua dignitate che tu hai, sarebbe convenevole cosa che altri ti
salutasse e facesseti reverenzia, se tu conoscessi lo verace Iddio e adorassilo
e facessili onore, e dispregiassi l’idoli vani e rei, altri farebbe reverenzia
a te». E stando santa Caterina, e dicendo queste parole, fortemente combattea
con lui di molte ragioni, mostrandoli li suoi errori, dicendo a lui: «O imperadore, io t’ho dette queste parole
siccome a uomo savio; ma priegoti che tu mi dica perchè hai fatta raunare tanta
gente di questa città a fare onore all’idoli. O uomo sanza conoscimento! Se tu
ti maravigli vedendo questo tempio fatto per mano d’uomo, e maravigliti di
vedere queste belle ornamenta che sono in questo tuo tempio, che sono come
polvere dinnanzi al vento, maggiormente ti dovresti maravigliare vedendo il
cielo e le stelle e la luna e il sole e la terra, e le bestie che sono sopra la
terra, e l’acqua e’ pesci ch’ella mena. Però pensa chi fece queste cose; e
quando conoscerai la sua potenzia [dirai] egli è signore de’ signori». E
dicendo santa Caterina questo, disse molte parole della incarnazione di Jesu
Cristo.
E lo
imperadore fu molto sbigottito, e disse: «O
fanciulla, non dire queste cose ora più: lascia compiere lo sacrificio nostro,
e poi ti risponderò». E comandò lo imperadore a’ suoi servi che la
guardassono bene.
Quando ebbono
compiuto lo sacrificio, lo imperadore tornò al suo palagio; poi fece menare
dinanzi a sé la gentile reina Caterina, e dissele: «Io udii le tue parole, e molto mi maraviglio. Ma imperciò ch’io ero
occupato nel sacrificio de’ miei dei, non ti potei udire; ora dico: onde tu sei
nata?».
Et ella disse:
«Io confesso lo mio parentado, non per
vanagloria né per superbia, ma per amore di Dio. Io sono detta Caterina,
figliuola del re Costo; la quale ho abbandonate tutte le mie ricchezze temporali,
e voglio pure seguitare la via di Jesu Cristo. E sappi che i tuoi idoli sono
vani e cattivi e mutoli; e grande stoltizia è adorargli».
E lo
imperadore disse: «S’egli è vero quello
che tu dici, sarebbe tutto lo mondo in errore, se non se tu sola. Ma con ciò
sia cosa che tu se’ sola, e se’ femmina fragile, io non ti voglio credere».
E santa
Caterina disse: «Io ti priego,
imperadore, che tu non ti lasci vincere all’ira, imperciò ch’ella dà impedimento
alla mente dell’uomo, che non conosce quello ch’è ragione».
E lo
imperadore disse: «A me pare che tu mi
vuogli insegnare per detto de’ savi».
Allora lo imperadore,
non potendo rispondere alle sue parole per via di scienza, sì fece raunare
molti savi, pieni di grandi scienze; e promise loro grande prezzo, se eglino la
vincessono per via di scienza e di senno.
E santa
Caterina si raccomandò a Dio che le insegnasse rispondere. E stando ella all’orazione,
e l’angiolo venne a lei, e disse: «Caterina,
sta arditamente, che tu li vincerai, e convertirai tutti quanti alla fede di
Jesu Cristo».
E quando santa
Caterina fu menata dinanzi a questi maestri, disse: «Perchè hai qui raunati tanti maestri per una fanciulla, e hai loro
promesso grande guiderdone s’egli hanno vittoria contro a me? A me non hai
promesso nulla, se io vinco loro: ma io ti dico che Jesu Cristo sarà mio
guiderdone, per cui amore io entro a questa battaglia, della quale io ho
certezza di vincere». E segnossi col segno della santa croce; poi disse a
quelli maestri: «Io confesso che io non
so nulla tra voi, se non Jesu Cristo crocifisso». E detta questa parola, con
molte ragioni cominciò a dimostrare come Jesu Cristo era verace Dio, e come gl’idoli
erano demoni.
Allora li
maestri, udendo parlare a quella fanciulla così alte cose, stavano cheti, e non
sapeano che si dire. Allora lo imperadore adirato disse loro molta villania, e
disse: «Ohimè, che siete vinti da una
fanciulla di diciott’anni!».
Allora lo
maggiore di loro disse: «Sappi, o
imperadore, che Dio favella per bocca di quella fanciulla, e però siamo vinti,
e none abbiamo ardire di dire nulla contro lei, però ch’ella ha veramente
provato che Cristo è verace Dio, ed è signore dei signori, e gli idoli sono
nulla».
E lo
imperadore, udendo quelle parole, fu molto adirato, e con grande furore gli
condannò che dovessono essere arsi nella piazza della cittade. E quando erano
menati al fuoco, e santa Caterina li confortava nella fede di Dio e nella
pazienza. E quando furono presso al fuoco, tutti si feciono il segno della
santa Croce. Quando furono messi nel fuoco, renderono l’anima loro a Dio in
tale modo che non furono trovati arsi né capelli, né vestimenta, né le corpora
loro non si magagnarono (guastarono) niente:
anzi furono trovati come fossero morti sulle letta loro. Poi furono sotterrati
nascostamente dai cristiani.
Dopo questo,
disse l’imperadore a santa Caterina: «Io
ti priego, vergine savia e bella, che tu mi debba credere, e starai nel mio
palagio, e terrotti in grande stato, colla mia donna. E ancora ti prometto, che
per la tua sapienza e per la tua bellezza io farò fare una statua d’oro a tua
somiglianza, e farotti adorare a tutta Alessandria».
E santa
Caterina disse a lui: «Non mi dire più
nulla di queste parole, che sono piena di fastidio. Io sono sposa di Jesu
Cristo, e a lui mi sono data; il quale é mio sposo e mio amore, e ogni mio
desiderio e conforto del mio cuore; lo quale da me non si puote partire, e non
me ne farai partire né per lusinghe, né per minacce, né per tormenti».
Allora l’imperadore
la fece spogliare ignuda, e fecela duramente battere: e poi la fece mettere in
prigione, e comandò che non le fosse dato né mangiare né bere. E in questo mezzo
avvenne che l’imperadore andò fuori della città per suoi fatti, e stette
alquanti dì. E la moglie dell’imperadore rimanendo nel suo palagio, avea grande
voglia di parlare a santa Caterina: e una notte v’andò con un capitano dei
cavalieri dello imperadore, il quale avea nome messer Profilio (corr. di Porfirio), e con molti altri
cavalieri, e andarono alla prigione dov’era santa Caterina.
Allora santa
Caterina, veggendo la moglie dell’imperadore, ricevutala con molta letizia, e
cominciolle a predicare la fede di Jesu Cristo; e dicendole molte savie e sante
parole, e così la convertì a Jesu Cristo. E messer Profilio, capitano dei
cavalieri, udendo le parole che santa Caterina diceva alla moglie dell’imperadore,
incontanente si gittò a’ suoi piedi, e convertissi alla fede di Jesu Cristo. E
anco si convertì con lui dugento cavalieri ch’erano con lui alla sua obbedienza,
e tutti si feciono cristiani. E in questi dodici dì che santa Caterina istette in
prigione, Jesu Cristo le mandava ogni dì continuamente una colomba bianchissima
che le recava il cibo onde ella viveva. E disse la colomba a lei: «O figliuola, conosci lo tuo creatore, per
lo quale tu hai presa grande battaglia; e però non dubitare ch’io sarò sempre
con teco e aiuterotti sempre».
E ritornando
lo ‘mperadore, credendo che santa Caterina fosse morta, quando seppe ch’ella
era viva, fecela venire dinanzi da lui: e vedendo la sua faccia così bella e
così chiara, e rilucea come il sole, ebbe molto dolore, e fece tormentare le
guardie della prigione, credendo che l’avessono dato mangiare e bere.
E santa
Caterina disse: «O imperadore, sappi ch’io
non ho ricevuto cibo terreno, come tu credi, ma Jesu Cristo m’ha nutricata per
l’angiolo suo».
Disse lo ‘mperadore:
«Caterina, pensa quello ch’io ti dico! Non
mi rispondere parole dubbiose, però ch’io ti voglio tenere come non fanciulla,
ma come reina».
Disse Caterina:
«Io ti prego che tu ascolti le mie
parole, e rispondimi lo vero. Quale sposo io debbo tôrre, tra quello ch’è eternale
e più bello che ‘l sole e potente che niuno altro, o quello ch’è mortale e
sozzo?».
Allora lo imperatore
adirato disse: «Qualunque partito tu
vogli, piglia; o tu farai sacrificio agli miei idei, o tu morrai».
Disse santa
Caterina: «Io ti priego che tu pensi
quanti tormenti puoi e non indugiare di farli tutti al mio corpo; imperciò ch’io
voglio dare la carne alli tormenti per l’amore di Jesu Cristo, che diede se
medesimo a morire. Egli è mio amore e mio sposo e mio aiutatore».
Allora uno
cavaliere udendo, vedendo lo imperadore adirato, disse: «Fa’ apparecchiare quattro ruote piene di ferri agutissimi; poi la
faremo acconciare, e tutto lo corpo suo squarciare: ancora tutti li cristiani
avranno paura di te».
E incontanente
lo ‘mperadore fece fare queste ruote. Quando santa Caterina le vide, incominciò
a pregare Iddio e disse: «O Signore mio,
io ti prego per confortamento de’ cristiani, che non abbiano paura, che tu
rompa e spezzi quelle ruote». E fatta l’orazione, incontanente l’angiolo di
Dio ruppe e fracassò tutte quelle ruote, e uccise quattro mila pagani ch’erano d’intorno
a vedere.
E allora la
moglie dell’imperadore, stando di sopra a vedere, vedendo ella questo miracolo,
non potè più tenere che non mostrasse la sua fede: e tosto discese dal palagio
e cominciò duramente a riprendere lo ‘mperadore di tanta crudeltade.
E lo imperatore
vedendo che la moglie era fatta cristiana, fu adirato contro a lei, e comandò
ch’ella fosse tormentata e morta. E quando ella fu menata al martirio, e ella
pregò santa Caterina umilemente che pregasse Iddìo per lei.
E santa
Caterina disse: «O reina amata da Dio, non
avere paura; imperciò che oggi è il dì che tu avrai lo reame di vita superna
per iscambio di queste cose transitorie; e per iscambio dello imperadore
mortale avrai lo re eternale».
Allora la
reina, essendo confortata, pregava coloro che la menavano al martirio che
ubbidissero lo comandamento dello imperadore: e così fu menata di fuori della
cittade. In prima le divelsono le poppe del petto con ferri taglienti; e molti
altri tormenti: alla fine le tagliarono il capo. E la notte venne messer
Porfirio nascostamente, e sotterrò il suo santo corpo; e l’anima sua se n’andò
a godere in vita eterna, là ove vive e regna col sovrano re. E sappiendo l’imperadore
che ‘l corpo della moglie era stato sotterrato, fece prendere molti cristiani e
tormentargli.
Allora messer Porfirio
cominciò a gridare, e dicea: «Io sono
quegli che sotterrai la nobile reina, servigiale di Dio, ed ho ricevuta con lei
la santa fede cristiana».
Allora lo
imperadore diventò quasi pazzo per lo dolore, e dicea: «Oimè misero, com’io ho perduto la mia moglie, e ora perdo colui ch’era
tutta mia sicurtade e mio sollazzo, per una fanciulla».
Allora i
dugento cavalieri di messer Porfirio incominciarono a gridare: «Noi siamo cristiani,
e vogliamo morire per amore di Cristo».
E allora lo
imperadore comandò con gran furore che messer Porfirio con tutti i suoi
cavalieri fossono dicollati: e’ loro corpi rimanessero nel campo, acciò che fossono
mangiati dalle bestie e dagli uccelli. E cosi furono i santi martiri cavalieri
di Jesu Cristo; e l’anime loro andarono al sommo
riposo; ciò è Jesu Cristo benedetto.
Dopo
questo, lo imperadore fece venire dinanzi da se santa Caterina, avvegna che se
n’era disperata (aveva perduta ogni
speranza di convertirla), e disse a lei: «Tu hai ingannata la mia moglie e il mio capitano, con molti cavalieri,
e ancora ti dico: se tu vogli consentire al mio volere sarai donna del mio
palagio; e se non consentirai, io ti farò uccidere».
Et ella disse:
«Tu non potrai vincere per nullo modo;
imperciò fa’ che ti piace».
E immantanente
comandò lo imperadore ch’ella fosse dicollata: e così fecero.
E incontanente
ch’ella fu dicollata, vennero gli angioli da cielo e portarono lo corpo suo
santo in sul monte Sinai, e ivi la seppellirono in un bello sepolcro, del quale
sepolcro insino a oggi n’esce olio continuamente. E quella virtude ebbe santa
Caterina da Dio al suo santo corpo; e all’anima donò il regno del cielo, là dov’ella
vive e regna per infinita secula
seculorum. Amen.
Da:
Guido Battelli, Le più belle leggende
cristiane tratte da codici e da antiche stampe, Milano, 1928, 330-337.
Tropario, tono 4
Con le tue virtù, come coi raggi
del sole hai illuminato gli increduli filosofi, e come luna luminosissima hai
respinto le tenebre dell’incredulità da coloro che camminano nella notte; hai
convinto la regina, e hai anche castigato il tiranno, sposa di Dio chiamata, beata
Caterina. Ti sei affrettata con desiderio alla celeste camera nuziale dello
sposo bellissima sposa di Cristo, e vi
sei stata da Lui incoronata con corona regale; in piedi davanti a Lui con gli
angeli, prega per noi che ricordiamo la tua santissima memoria.
Altro tropario, tono 2
Cantiamo la sposa di Cristo degna
di ogni lode, la divina Caterina, protettrice del Sinai, nostro aiuto e
soccorso: essa ha splendidamente chiuso la bocca con la spada dello Spirito ai
più abili tra gli empi, ed ora, incoronata come martire, chiede per tutti la
grande misericordia.
Kontakion, tono 2
Pieni di divina ispirazione, date
ora inizio a una sacra danza, o amici dei martiri, per celebrare la
sapientissima Caterina: poiché nello stadio essa ha annunciato Cristo e ha
calpestato il serpente, disprezzando la scienza dei retori.
Nessun commento:
Posta un commento