Icona della Madre di Dio delle Tre Gioie
26 dicembre (8
gennaio)
Il 26 dicembre,
giorno in cui la Chiesa celebra la Sinassi della Tuttasanta, si commemora anche
la festa dell’icona della Madre di Dio “delle Tre Gioie”. L’icona originale è
descritta in alcune fonti come una copia del tondo della Madonna della seggiola
di Raffaello, o, come si ricava dalla maggior parte delle fonti, più
semplicemente un’immagine della Sacra Famiglia che era stata portata a Mosca
dall’Italia agli inizi del XVIII secolo.
La
tradizione vuole che uno dei pittori russi inviati da Pietro il Grande in
Italia perché completasse la sua
formazione, avesse portato con sé a Mosca una copia dell’icona della Sacra
Famiglia al suo ritorno da Firenze. Il pittore aveva dipinto in Italia l’icona
e, al rientro in patria la lasciò ad un suo parente, sacerdote della Chiesa
della Santissima Trinità “sui fanghi” di via Pokrovka a Mosca. Il pittore
dovette ripartire ancora una volta per l’estero dove morì. Il sacerdote, dopo
aver appreso della sua morte, in sua memoria donò l’icona alla chiesa dove
prestava servizio, collocandola sopra l’ingresso. Circa 40 anni più tardi, una
nobile donna a seguito di amare disgrazie (il marito era stato diffamato e
mandato in esilio, il figlio fatto prigioniero durante la guerra, e la sua proprietà
confiscata dallo stato) nel suo dolore si rivolgeva alla Regina celeste con una
fervente preghiera e un giorno udì una voce che le comandava di trovare un’icona
della Sacra Famiglia e pregare innanzi ad essa. La donna trascorse molto tempo
alla ricerca dell’icona tra le chiese di Mosca e trovatala finalmente, dopo
aver detto una preghiera, ricevette presto tre gioiose notizie, suo marito era
stato assolto e poteva rientrare dall’esilio, suo figlio era stato liberato
dalla cattività, e le sue proprietà le erano state restituite. Per questo
motivo l’icona è stata chiamata “delle Tre Gioie”.
Anche
ai nostri tempi l’icona non cessa di compiere miracoli, di intercedere per
tutti coloro che sono calunniati, separati dai loro familiari, che hanno perso
le loro legittime proprietà, aiuto nei bisogni della famiglia e protettrice del
suo benessere. Molti Cristiani Ortodossi provenienti dalle terre
dell’est-europa e residenti in Italia sono particolarmente legati a questa taumaturgica
Icona “delle Tre Gioie”, che un tempo dall’Italia portò le sue benedizioni in
Russia, e dalla Russia ora continua ad estendere la sua protezione fin qui in
Italia, motivo per cui da molti è considerata Protettrice della terra d’Italia.
L’icona “delle
Tre Gioie” mostra la Santissima Madre di Dio con in braccio il Figlio, alla sua
destra sta san Giuseppe e alla sua sinistra, san Giovanni Battista. “Gioisci ed esulta, o figlia di Sion, perché
ecco che io vengo e abiterò in mezzo a te, dice il Signore” (Zc 2, 14): la
Buona Notizia che viene dal Padre, Cristo nostra gioia è venuto ad abitare in
mezzo a noi e in Lui gioisce la sua Santissima Madre che lo ha partorito, in
Lui gioisce san Giuseppe il Promesso Sposo perché è divenuto custode del Figlio
di Dio, in Lui gioisce san Giovanni perché è il Precursore dell’Agnello di Dio
che dalla Pura Agnella è stato partorito.
In Lui gioiamo
anche noi, se restiamo fedeli al Suo amore: Come
il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se
osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose,
affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa (Gv 15,
9-11). La gioia in Dio, ci insegna
san Giovanni Crisostomo, è la sola che
non ci può essere tolta, tutte le altre gioie sono mutabili e transitorie; ma
la gioia in Dio è stabile, immutabile, e così grande che riempie tutto il
cuore. Le altre gioie non ci rallegrano in modo da dissipare la tristezza e la
noia, anzi ne sono la sorgente; ma chi si rallegra e gioisce in Dio, beve alla
fonte della vera gioia. Allo stesso modo che una scintilla non appena cada nel
mare si spegne, così avviene a colui che ripone in Dio la sua felicità e la sua
gioia; resta tutto immerso in quest’oceano senza sponde e la sua gioia invece
di diminuire, aumenta (Homil. Ad
pop. XVIII).
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