Oksana, l’esempio di un vero amore
evangelico verso tutti noi
un ricordo ad un anno dalla sua dormizione
Dal libro della Sapienza di Salomone 4, 7-18:
“Il giusto, anche se muore
prematuramente, troverà riposo.
Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
ma
la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e
un’età senile è una vita senza macchia.
Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e
poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i
sentimenti
o
l’inganno non ne traviasse l’animo,
poiché il fascino del vizio deturpa anche il
bene
e
il turbine della passione travolge una mente semplice.
Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente
malvagio.
I
popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
che la grazia e la misericordia sono per i
suoi eletti
e
la protezione per i suoi santi.
Il giusto defunto condanna gli empi ancora in
vita;
una
giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell’ingiusto.
Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo
riguardo
né in vista di che cosa il Signore l’ha posto
al sicuro.
Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
Nel giorno
della festa degli Auguri alla Madre di
Dio, il giorno dopo la festa di Natale, si è addormentata nel Signore la giovane
Ksenia di 25 anni, mostrandoci un esempio di umiltà cristiana e coraggio, poiché
ha donato la sua vita per un’altra vita, la vita di suo figlio…
Padre Ambrogio[1] ha
detto, che Ksenia è morta per salvarci; il nostro essere crudeli, egoisti e
secolarizzati ha impedito la guarigione dalla grave malattia e dalle enormi
sofferenze di questa persona a noi cara. Ora lei non è con noi, sua figlia non
la chiamerà mamma, ma lei si è salvata, e se Dio lo vorrà, il gesto eroico
della sua vita potrà salvare un’altra persona: forse salverà una mamma dal
peccato mortale di un aborto, una che forse si dirà “che questo ancora non è un
bambino, o che non è il momento giusto” e penserà di commettere questo peccato
mortale che è l’aborto.
Queste parole
le hanno ripetute diverse volte i dottori, che volevano “salvare la mamma” operando
l’aborto. “Salvare” per questa breve vita terrestre, per una vita nel peccato…
e dopo vivere mentendo alla propria coscienza dicendo “che ho fatto la cosa giusta
e che la mia azione è giustificata”.
Quando Oksana (Ksenia
– nome del battesimo) era al terzo mese di gravidanza (una gravidanza molto
difficile, oltre la tossicosi ha avuto diverse ferite sul corpo e un fortissimo
dimagrimento ed esaurimento fisico) i medici hanno diagnosticato un tumore del
linfosistema. Tutti i dottori nella clinica regionale a Kiev e in Italia hanno
dato un unico verdetto: “occorre urgentemente operare l’aborto e cominciare la
chemioterapia, così questa malattia si potrà curare completamente, ma se
rifiuta non arriva al parto”. Disperazione, pianto… “non posso credere che non
ci sia un’altra soluzione”, diceva guardando la mamma con occhi spaventati e coprendo
con le mani il pancino ancora poco visibile, Oksana diceva: “mamma, che cosa
gli ha fatto questo bambino? perché loro lo vogliono uccidere? io non lo uccido
per sopravvivere!”.
L’incontro con
padre Ambrogio a Kiev, la confessione e la comunione alla Pecerska Lavra, e dopo
la visita al monastero di san Panteleimon vicino a Kiev e l’incontro con le
monache hanno portato fede e speranza. Racconta la mamma di Oksana: “quei
giorni che abbiamo vissuto nella lavra di Pocaev le hanno dato tanta forza,
sembrava che ad Oksana fossero cresciute le ali, gli occhi si illuminavano di
una luce non terrestre, mia figlia è riuscita a salire anche sul monte di Dio
(Boja Gora) mentre poco prima non riusciva ad alzarsi dal letto”.
Laura, cugina di
Oksana, quando ha saputo della sua malattia è andata in Ucraina dall’Italia,
pensava di andare solo per un giorno finché Oksana era in piedi, era andata per
dirle addio, “un giorno perché di più non resisterò”, diceva, pensando di
trovare una persona triste e depressa, con il cuore spezzato per la
separazione; ma è rimasta per tre settimane, giorni trascorsi con la gioia delle
sorelle, mentre la mamma di Oksana e la mamma di Laura, con padre Ambrogio ed
altri pellegrini hanno pregato vicino alla protettrice terrena di Oksana, santa
Ksenia di Pietroburgo, sull’isola Valaam e vicino altri santi di San Pietroburgo.
“Mai vista prima persona più felice e più serena, incredibile come lei
tranquillamente, senza lamento sopporta questo stato spaventoso, lei osserva un
digiuno severissimo, non si lamenta delle ferite che bruciano e prudono su tutto
il corpo da dove esce la linfa… Accanto a lei tutti stanno bene, tutti lei sostiene
e aiuta nei loro problemi”.
Così piano
piano, con l’umiltà, la preghiera e la santa comunione, Oksana ha portato a
compimento il suo atto eroico sulla terra, era sostenuta nella preghiera da tanti
monaci e santi padri e fedeli, e questo si sentiva; alla fine Dio ha ascoltato
le nostre preghiere e il 27 settembre è nata Anna. La sua nascita è stato un
grande miracolo di Dio; al momento del parto Oksana pesava 50kg e con stupore
di tutti i dottori il parto è stato veloce, facile e tranquillo, con l’aiuto di
una sola ostetrica.
Ksenia ha
potuto conoscere la gioia della maternità solo per tre mesi; felice
abbracciando la figliola, ha ringraziato Dio per aver conosciuto questa
felicità di essere mamma, e serenamente ci ha lasciati domenica 8 gennaio 2012,
quando tutti festeggiavano il Santo Natale, e i bambini cantavano e facevano un
concerto: tutto era gioioso sulla terra e nel cielo, e ora Oksana prega per la
sua figlioletta e per tutti coloro che hanno pregato e che pregano per loro.
L’archimandrita
Filarete della Pecerska Lavra, ha dato benedizione per la memoria eterna nella chiesa Vsiezariza (Regina di tutti) che si sta
costruendo a Osykovo, vicino a Kiev.
Memoria eterna e limpida a te,
cara figliola…
Mamma Tetyana
racconta: “accanto a mia figlia ho vissuto l’esempio di un vero amore
evangelico verso tutti noi, verso la figlia Anna; senza pensarci Oksana con
umiltà ha dato la sua vita”.
Dovevate
vedere come la neonata ha guardato la sua mamma, come sorrideva, lei guardava
alla vera mamma, la quale facendo la volontà di Dio l’ha partorito, e Dio ha
portato Ksenia in braccio, perché le sofferenze terrene, il dolore senza
l’aiuto del misericordioso Dio erano impossibili da sopportare con questa incredibile
tranquillità.
Traduzione dell’articolo apparso su Амвросійький Віснцк
n. 30, p.10.
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