mercoledì 23 gennaio 2013

San Teofan il Recluso


San Teofan il Recluso, vescovo di Tambov (1894)

10 (23) gennaio

 

Nel gruppo dei nove santi proclamati dal Concilio della Chiesa Ortodossa Russa nel 1988, Millennio del Battesimo della Rus’, Teofan è il più vicino a noi per la data della morte. Quasi sempre è ricordato con la qualifica di «Recluso» piuttosto che col nome della sua diocesi: un grande maestro della vita spirituale, dalla vasta influenza anche sul popolo... Georghij Vasilevic Govorov, nato il 10 gennaio 1815 nella provincia di Orel da uno stimato sacerdote e da una piissima madre, dopo la prima, profonda educazione cristiana in famiglia, frequentò il seminano e poi la celebre Accademia ecclesiastica di Kiev. Avvertendo la chiamata di Dio, nel febbraio 1841 divenne monaco col nome di Teofan e pochi mesi dopo fu ordinato diacono e poi presbitero. Terminati brillantemente gli studi a Kiev nello stesso 1841, venne nominato rettore di un seminario minore locale, e quindi trasferito come ispettore nel più importante seminario di Novgorod, finché le sue qualità morali e pedagogiche lo fecero nominare all’Accademia ecclesiastica della capitale San Pietroburgo con incarichi vari dal 1844 al 1847. Nell’ottobre di quell’anno, su sua richiesta, fu inviato in Palestina come membro della Missione Ortodossa Russa di Gerusalemme e i sei anni trascorsi lì ebbero benefica influenza su di lui per la conoscenza dell’antica  tradizione  monastica   e  della   spiritualità orientale (imparò bene il greco, il francese e un po’ di arabo ed ebraico).


 


Quando nel 1855 scoppiò la guerra di Crimea, Teofan con gli altri membri della missione russa dovette rientrare in patria; passò per l’Italia, ammirando Roma, Firenze, Venezia e poi per la Germania. Nel 1857 fu inviato a Costantinopoli quale rappresentante della Chiesa Russa e al ritorno fu nominato rettore dell’Accademia ecclesiastica di Pietroburgo, ma rimase tale solo per due anni, perché il 1° giugno 1859 fu consacrato vescovo, nominato alla diocesi di Tambov, dove stette per quattro anni, e poi alla importante sede di Vladimir, dove risiedette tre anni. Vero pastore di anime, di esempio al suo clero per la vita semplice, devota e l’instancabile zelo nell’apostolato, si distinse dagli altri vescovi russi del tempo che spesso apparivano piuttosto alti dignitari e funzionari di stato. Lui era amabile, accessibile a tutti e la sua carità rifulse in modo mirabile durante la carestia che colpì Tambov nel 1860, come pure quando l’incendio devastò i quartieri popolari ed egli aprì anche l’episcopio per dare asilo ai suoi figli. Nel profondo del suo animo era però attratto da una vita di maggior solitudine e di più intensa preghiera. Nel 1866 diede le dimissioni dall’incarico episcopale per dedicarsi completamente alla vita monastica; venne nominato superiore nella Vysenskaja Pustyn’, un monastero isolato in mezzo alla campagna, dove per sei anni guidò la comunità di oltre cento monaci; ma dal 1872 scelse la via della reclusione, perseverando per altri 22 anni nella solitudine, nella preghiera, nel servizio alle anime attraverso gli scritti religiosi e la corrispondenza con numerosi figli spirituali. Abitava al piano superiore di una casetta, in un piccolo appartamento con cappella dove ogni giorno celebrava l’Eucaristia e non vedeva nessuno, tranne un monaco incaricato di assisterlo che poteva andare da lui solo quando era chiamato.

Nelle note di un libro sulla spiritualità russa, che ha un capitolo su «Il vescovo Teofano il Recluso»[1], sono elencati ben venti titoli di suoi libri in russo[2]. Tra essi vi sono commenti a quasi tutte le epistole di san Paolo, ai salmi 33 e 118, raccolte di lettere di direzione spirituale, opere di carattere teologico-morale (tra cui La via della salvezza, Compendio della morale cristiana, Cos’è la vita spirituale), oltre a traduzioni di regole monastiche antiche, di scritti patristici-ascetici (quali la Filocalia e i discorsi di Simeone il Nuovo Teologo). «Le opere del vescovo Teofane - scrive il russo Zarin in un noto manuale - sono le fonti serie e principali alle quali un teologo ortodosso deve continuamente ricorrere per rendersi conto dell’esattezza e della precisione dei suoi concetti, delle spiegazioni e della dottrina ascetica»[3]. E un benedettino italiano conferma: «La sua profonda conoscenza della tradizione patristica e l’esperienza spirituale espressa sia nei suoi scritti che nella sua stessa vita, fanno di Teofan “Zatvornik” (Recluso) uno dei più grandi maestri dello spirito germogliati dal fecondo terreno del monachesimo russo»[4].

 



Sia nel Tropario che nel Contacio - le due preghiere fondamentali del santo - si ricordano «i suoi insegnamenti» e i suoi «scritti» in cui ha «spiegato il Verbo divino e mostrato a ogni fedele la via che porta alla salvezza». Tre dei suoi libri sono raffigurati anche nella lastra marmorea posta sopra i resti mortali del vescovo Teofan nella chiesa del monastero dove santamente visse gli ultimi decenni e dove morì nel 1894 quasi ottantenne. In una delle sue composizioni aveva scritto: «I morti continuano a vivere pure sulla terra nella memoria dei viventi attraverso le loro opere». Quanto ciò si mostrò vero per lui stesso! Non solo si moltiplicarono le edizioni in russo dei suoi scritti, ma essi vennero in parte tradotti anche in altre lingue[5]. A Roma è stato pubblicato uno degli studi (in francese) più approfonditi su Teofan il Recluso[6].

Nel proporre a tutti, con la canonizzazione, la santità di questo suo figlio, la Chiesa russa ne ha messo in risalto le preclare virtù, manifestatesi nell’intero corso della sua vita in mansioni diverse, l’eccezionale vita di preghiera e di ascesi, ma anche il costante impegno ad aiutare le anime guidandole verso la salvezza eterna, soprattutto attraverso i suoi scritti. […]

 

 

Tropario, tono 8

Guida dell’ortodossia, maestro di pietà e santità, taumaturgo di Viscinsk, santo vescovo Teofan sapiente in Dio, con i tuoi scritti hai spiegato il Verbo divino e mostrato a ogni fedele la via che porta alla salvezza; prega Cristo Dio di salvare le nostre anime.

 

Kontakion, tono 4

Santo vescovo Teofan, eponimo della divina manifestazione, tu hai illuminato molte persone con i tuoi insegnamenti e ora che stai con gli angeli davanti al trono della santa Trinità, intercedi continuamente per tutti noi.


 

Da: M. DONADEO, Preghiere a S. Andreij Rubliov e ad altri santi russi canonizzati dal Patriarcato di Mosca dal 1977 al 1993, Genova, 1995, 71-76.

 
 

Per la tua edificazione puoi leggere:

Le Lettere di san Teofan il Recluso



[1] S. BOLSHAKOFF, Incontri con la spiritualità russa, cit., 152-169.
[2] Ivi, 234.
[3] Citato da T. ŠPIDLÍK, in I Mistici russi, cit., 219. Tutto il capitolo (pp. 219-245) presenta bene Teofan il Recluso.
[4] A. PIOVANO, Santità e monachesimo in Russia, cit., 161.
[5] In italiano c’è: TEOFANE IL RECLUSO, La vita spirituale. Lettere, Città Nuova, Roma 1989.
[6] T. ŠPIDLÍK, La doctrine spirituelle de Théophàne le Reclus. Le coeur et l’esprit, Orient. Christ. Analecta, Roma 1965, 171.

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