San Teofan il Recluso, vescovo di Tambov
(1894)
10 (23) gennaio
Nel gruppo dei
nove santi proclamati dal Concilio della Chiesa Ortodossa Russa nel 1988,
Millennio del Battesimo della Rus’, Teofan è il più vicino a noi per la data
della morte. Quasi sempre è ricordato con la qualifica di «Recluso» piuttosto
che col nome della sua diocesi: un grande maestro della vita spirituale, dalla
vasta influenza anche sul popolo... Georghij Vasilevic Govorov, nato il 10
gennaio 1815 nella provincia di Orel da uno stimato sacerdote e da una piissima
madre, dopo la prima, profonda educazione cristiana in famiglia, frequentò il
seminano e poi la celebre Accademia ecclesiastica di Kiev. Avvertendo la
chiamata di Dio, nel febbraio 1841 divenne monaco col nome di Teofan e pochi
mesi dopo fu ordinato diacono e poi presbitero. Terminati brillantemente gli
studi a Kiev nello stesso 1841, venne nominato rettore di un seminario minore
locale, e quindi trasferito come ispettore nel più importante seminario di
Novgorod, finché le sue qualità morali e pedagogiche lo fecero nominare
all’Accademia ecclesiastica della capitale San Pietroburgo con incarichi vari
dal 1844 al 1847. Nell’ottobre di quell’anno, su sua richiesta, fu inviato in
Palestina come membro della Missione Ortodossa Russa di Gerusalemme e i sei
anni trascorsi lì ebbero benefica influenza su di lui per la conoscenza
dell’antica tradizione monastica
e della spiritualità orientale (imparò bene il
greco, il francese e un po’ di arabo ed ebraico).
Quando nel
1855 scoppiò la guerra di Crimea, Teofan con gli altri membri della missione
russa dovette rientrare in patria; passò per l’Italia, ammirando Roma, Firenze,
Venezia e poi per la Germania. Nel 1857 fu inviato a Costantinopoli quale
rappresentante della Chiesa Russa e al ritorno fu nominato rettore
dell’Accademia ecclesiastica di Pietroburgo, ma rimase tale solo per due anni,
perché il 1° giugno 1859 fu consacrato vescovo, nominato alla diocesi di
Tambov, dove stette per quattro anni, e poi alla importante sede di Vladimir,
dove risiedette tre anni. Vero pastore di anime, di esempio al suo clero per la
vita semplice, devota e l’instancabile zelo nell’apostolato, si distinse dagli
altri vescovi russi del tempo che spesso apparivano piuttosto alti dignitari e
funzionari di stato. Lui era amabile, accessibile a tutti e la sua carità
rifulse in modo mirabile durante la carestia che colpì Tambov nel 1860, come
pure quando l’incendio devastò i quartieri popolari ed egli aprì anche
l’episcopio per dare asilo ai suoi figli. Nel profondo del suo animo era però
attratto da una vita di maggior solitudine e di più intensa preghiera. Nel 1866
diede le dimissioni dall’incarico episcopale per dedicarsi completamente alla
vita monastica; venne nominato superiore nella Vysenskaja Pustyn’, un monastero
isolato in mezzo alla campagna, dove per sei anni guidò la comunità di oltre
cento monaci; ma dal 1872 scelse la via della reclusione, perseverando per
altri 22 anni nella solitudine, nella preghiera, nel servizio alle anime
attraverso gli scritti religiosi e la corrispondenza con numerosi figli
spirituali. Abitava al piano superiore di una casetta, in un piccolo
appartamento con cappella dove ogni giorno celebrava l’Eucaristia e non vedeva
nessuno, tranne un monaco incaricato di assisterlo che poteva andare da lui solo
quando era chiamato.
Nelle note di
un libro sulla spiritualità russa, che ha un capitolo su «Il vescovo Teofano il
Recluso»[1], sono
elencati ben venti titoli di suoi libri in russo[2]. Tra
essi vi sono commenti a quasi tutte le epistole di san Paolo, ai salmi 33 e
118, raccolte di lettere di direzione spirituale, opere di carattere
teologico-morale (tra cui La via della
salvezza, Compendio della morale cristiana, Cos’è la vita spirituale),
oltre a traduzioni di regole monastiche antiche, di scritti patristici-ascetici
(quali la Filocalia e i discorsi di Simeone
il Nuovo Teologo). «Le opere del vescovo Teofane - scrive il russo Zarin in un
noto manuale - sono le fonti serie e principali alle quali un teologo ortodosso
deve continuamente ricorrere per rendersi conto dell’esattezza e della
precisione dei suoi concetti, delle spiegazioni e della dottrina ascetica»[3]. E un
benedettino italiano conferma: «La sua profonda conoscenza della tradizione
patristica e l’esperienza spirituale espressa sia nei suoi scritti che nella
sua stessa vita, fanno di Teofan “Zatvornik” (Recluso) uno dei più grandi
maestri dello spirito germogliati dal fecondo terreno del monachesimo russo»[4].
Sia nel Tropario
che nel Contacio - le due preghiere fondamentali del santo - si ricordano «i
suoi insegnamenti» e i suoi «scritti» in cui ha «spiegato il Verbo divino e
mostrato a ogni fedele la via che porta alla salvezza». Tre dei suoi libri sono
raffigurati anche nella lastra marmorea posta sopra i resti mortali del vescovo
Teofan nella chiesa del monastero dove santamente visse gli ultimi decenni e
dove morì nel 1894 quasi ottantenne. In una delle sue composizioni aveva
scritto: «I morti continuano a vivere pure sulla terra nella memoria dei
viventi attraverso le loro opere». Quanto ciò si mostrò vero per lui stesso!
Non solo si moltiplicarono le edizioni in russo dei suoi scritti, ma essi vennero
in parte tradotti anche in altre lingue[5]. A
Roma è stato pubblicato uno degli studi (in francese) più approfonditi su
Teofan il Recluso[6].
Nel proporre a
tutti, con la canonizzazione, la santità di questo suo figlio, la Chiesa russa
ne ha messo in risalto le preclare virtù, manifestatesi nell’intero corso della
sua vita in mansioni diverse, l’eccezionale vita di preghiera e di ascesi, ma
anche il costante impegno ad aiutare le anime guidandole verso la salvezza
eterna, soprattutto attraverso i suoi scritti. […]
Tropario, tono 8
Guida dell’ortodossia, maestro di
pietà e santità, taumaturgo di Viscinsk, santo vescovo Teofan sapiente in Dio,
con i tuoi scritti hai spiegato il Verbo divino e mostrato a ogni fedele la via
che porta alla salvezza; prega Cristo Dio di salvare le nostre anime.
Kontakion, tono 4
Santo vescovo Teofan, eponimo
della divina manifestazione, tu hai illuminato molte persone con i tuoi
insegnamenti e ora che stai con gli angeli davanti al trono della santa
Trinità, intercedi continuamente per tutti noi.
Da:
M. DONADEO, Preghiere a S. Andreij
Rubliov e ad altri santi russi canonizzati dal Patriarcato di Mosca dal 1977 al
1993, Genova, 1995, 71-76.
Per la tua
edificazione puoi leggere:
Le Lettere di san
Teofan il Recluso
[1] S. BOLSHAKOFF, Incontri
con la spiritualità russa, cit., 152-169.
[2] Ivi, 234.
[3] Citato da T. ŠPIDLÍK, in I Mistici russi, cit., 219. Tutto il capitolo (pp. 219-245)
presenta bene Teofan il Recluso.
[4] A. PIOVANO, Santità
e monachesimo in Russia, cit., 161.
[5] In italiano c’è: TEOFANE IL RECLUSO, La vita spirituale. Lettere, Città
Nuova, Roma 1989.
[6] T. ŠPIDLÍK, La
doctrine spirituelle de Théophàne le Reclus. Le coeur et
l’esprit, Orient. Christ. Analecta, Roma
1965, 171.
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