Dai Quaranta
capitoli di sobrietà di Filoteo Sinaita
XX
Teniamoci stretti molto fortemente a Cristo, a causa
di coloro che sempre lottano per rapirlo all’anima, affinché Gesù non debba
sottrarsi alla folla di pensieri che si trovano in essa, lui che senza fatica
dell’anima non è possibile tenere stretto fortemente; palpiamo la sua vita
nella carne, per trascorrere umilmente la nostra; teniamo stretti i suoi
patimenti, per avere pazienza nelle tribolazioni emulandolo; gustiamo la sua
indicibile e condiscendente economia per noi, per conoscere dal dolce gusto
dell’anima che il Signore è buono (Psalmo
33, 9). Ma su tutte queste cose, o anche prima di tutto, crediamo a lui senza
incertezza, in ciò che dice, e attendiamo ogni giorno la sua provvidenza che
viene per noi. E quando sia venuta, accogliamola con rendimento di grazie,
senza distrazione e di buon animo, affinché impariamo a guardare a Dio solo che
amministra il tutto con le parole divine della Sapienza. E quando avremo fatto
tutte queste cose, allora non saremo tanto lontani dal trovare Dio; dal momento
che la pietà è perfezione imperfetta, come ha detto un uomo teoforo e perfetto
nello spirito.
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