S. Ambrogio arcivescovo di Milano
Commento a Marco 12, 38-44
L’obolo della vedova
La Scrittura
... insegna anche come convenga essere misericordiosi e generosi verso i poveri
e che non bisogna tirarsi indietro in considerazione della propria povertà,
perché la generosità non si valuta in base all’ammontare dei beni donati, ma in
base alla disposizione d’animo con cui si fa la donazione. Pertanto le parole
del Signore antepongono a tutti quella vedova di cui egli dice: Questa vedova ha dato più di tutti. Con
tale giudizio il Signore da a tutti un insegnamento morale: che nessuno, per la
vergogna di essere povero, sia distolto dal prestare il proprio servizio; né i
ricchi si facciano illusioni per il fatto che credono di dare di più dei
poveri. Infatti vale di più una monetina presa dal poco che un tesoro attinto
da una ricchezza grandissima, poiché si valuta non quanto si dà, ma quanto
resta. Nessuno dà di più di chi non conserva per sé.
Perché tu, che
sei ricca, ti vanti al confronto con chi è povero? E mentre ti copri tutta d’oro,
strascicando la veste preziosa per terra, come fossi da meno e piccola di
fronte alle tue ricchezze, vuoi essere onorata perché hai superato nelle
elemosine il povero? Anche i fiumi straripano quando ridondano; tuttavia è più
gradito bere ad un ruscello. Anche i mosti spumeggiano; quando fermentano, e
l’agricoltore non giudica un danno ciò che si versa. Mentre le aie gemono,
quando la messe è battuta, il grano salta fuori; eppure, mancando le messi,
l’anfora non manca di farina e l’orcio pieno d’olio gocciola. La siccità
provocò l’esaurimento delle botti dei ricchi, mentre il minuscolo contenitore
d’olio della vedova ridondava. Dunque non si deve considerare ciò che sputi per
fastidio, ma quanto offri per devozione. Pertanto nessuna ha offerto più di colei
che ha nutrito un profeta con il cibo dei figli. E perciò, poiché nessuna ha
offerto di più, nessuno ha meritato di più. Questa è l’interpretazione morale.
Tuttavia,
nemmeno a livello di interpretazione mistica è trascurabile questa donna che
getta due denari nel gazofilacio. È certamente grande costei che per giudizio
divino ha meritato di essere anteposta a tutti. Forse è quella che, attingendo
dalla sua fede, ha offerto in sostegno agli uomini i due testamenti e perciò
nessuna ha fatto di più. E nemmeno alcun uomo ha potuto uguagliare in quantità
l’elemosina di colei che ha unito la fede alla misericordia. Anche tu dunque,
chiunque tu sia ... non dubitare di gettare due monete nel gazofìlacio,
perfetta come sei e nella fede e nella grazia.
Beata colei
che trae dal suo tesoro l’immagine integra del re. Il tuo tesoro è la sapienza,
il tuo tesoro è la castità e la giustizia, il tuo tesoro è il buon intelletto,
simile al tesoro dal quale i Magi trassero oro, incenso, mirra, quando
adorarono il Signore, indicando con l’oro la potenza del re, manifestando con
l’incenso l’adorazione a Dio, confessando con la mirra la risurrezione del
corpo. Anche tu hai questo tesoro, se lo cerchi in te stessa. Infatti abbiamo
un tesoro in vasi di creta. Questo è il tesoro che devi offrire, perché Dio non
esige da te il valore del metallo luccicante, ma quell’oro che nel giorno del
giudizio il fuoco non può consumare. Né richiede doni preziosi, ma l’odore
della fede che gli altari del tuo cuore esalano e la volontà della mente fedele
spira.
Dunque, da
questo tesoro sono tratti non solo i tre doni dei Magi, ma anche le due monete
della vedova, nelle quali risplende integra l’immagine del re celeste, lo
splendore della sua gloria e l’immagine della sua sostanza. ...
Gareggiate con
costei, o figlie: infatti è buona cosa gareggiare sempre nel bene. Gareggiate
per doni migliori. Il Signore guarda; vi guarda - ripeto - Gesù, mentre vi
avvicinate al gazofìlacio e pensate di dover offrire una piccola moneta tratta
dalla ricompensa per le vostre buone opere. Dunque qual gran cosa è che tu
offra le tue monete e acquisti il corpo di Cristo. Perciò non presentarti a
mani vuote di fronte al Signore tuo Dio, vuote di misericordia, vuote di fede,
vuote di castità. Infatti il Signore Gesù non è solito guardare e lodare quelle
che sono sprovviste, ma quelle ricche di virtù.
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