Ambrogio da Fossano detto Bergognone
S. Agata, Accademia Carrara
Santa martire Agata di Catania
5 (18) febbraio
VESPRO
Al Signore,
ho gridato, 6 stichi, 3 stichirà prosómia della
festa e 3 della santa.
Della festa. Tono 4. Hai dato come segno.
Per compiere la
Legge secondo la lettera, * l'amico degli uomini viene ora al tempio. * Lo accoglie tra le sue vecchie braccia * l'anziano Simeone, esclamando:
* Ora lascia che io vada * alla beatitudine di lassù, *
perché oggi ti ho visto, * cinto di carne mortale, * tu che sei
padrone della vita * e hai potere sulla morte.
Tu sei apparso come luce * per illuminare le genti, Signore, * assiso su una nube
leggera, * sole di giustizia, * per dare compimento alle ombre della Legge * e
manifestare l'inizio della nuova
grazia. * Perciò Simeone
contemplandoti esclamava: * Scioglimi dalla corruzione, * perché
oggi ti ho visto.
Senza lasciare quanto alla divinità * il seno del Padre, * incarnato secondo il tuo beneplacito, * stretto
fra le braccia della sempre Vergine, * fosti posto, tu che
tieni in tua mano l'universo,
* tra le mani di Simeone, *
che ha così accolto Dio. *
Egli dunque colmo di gioia
gridava: * Ora lascia che io me ne vada, * o
buono e amico degli uomini, * perché oggi ti ho visto.
Prosómia della santa, stessa melodia.
Hai serbato incorrotto il tuo corpo * per Cristo tuo sposo, * adorna delle grazie della verginità, * o Agata sposa di Dio, * e risplendente per i fulgori del
martirio: * e te ne sei andata al talamo divino. * Noi
dunque celebriamo * la tua
universale solennità, * glorificando il Salvatore * che per sempre ti ha glorificata.
Hai sopportato, o gloriosa, * la recisione delle mammelle, * le bruciature del fuoco * e le raschiature nel corpo,
guardando con gli occhi del cuore * alle eterne ricompense, * alla beatitudine
dell'aldilà * e alla corona che non appassisce, quella che ora Cristo ti ha donato, * perché per lui,
o celebratissima, * hai splendidamente lottato.
Hai frenato con le tue preghiere * l'assalto indomabile
di un fuoco prorompente, * o tu che porti il nome della bontà; * e hai salvato,
o martire, * la città che onora le tue sacre reliquie, * dalle quali raccoglie
i fiumi delle guarigioni * nel divino Spirito. * Tu infatti, lottando in
questa città, * hai umiliato il nemico * e hai ottenuto la corona della
vittoria, * o degna di ogni lode.
Gloria. Della
santa. Tono pl. 4. Del Siceota.
Uno straordinario prodigio è avvenuto * in occasione della
lotta della gloriosissima Agata, * martire del Cristo Dio, * un prodigio simile
a quello di Mosè: * egli infatti, * per dare la Legge al popolo sul monte, *
ha ricevuto le Scritture in caratteri divini, * impresse su tavole; * e qui,
un angelo dal cielo * ha portato per la tomba * una lapide con questa
iscrizione: * Intelletto santo, * libero nel volere, * onore da parte di Dio *
e liberazione della patria.
Ora e sempre. Della
festa. Stesso tono.
Colui che è portato dai cherubini * e celebrato dai
serafini, * presentato oggi nel sacro tempio * secondo la Legge , * ha per trono le
braccia di un vegliardo; * per mano di Giuseppe * riceve doni degni di Dio: *
sotto forma di una coppia di tortore, * ecco la Chiesa incontaminata * e il
nuovo popolo eletto delle genti, * insieme a due piccoli di colomba * per significare che egli è principe * dell'antico e del
nuovo patto. * Simeone, accogliendo il compimento * dell'oracolo che aveva
ricevuto, * benedice la
Vergine Madre-di -Dio Maria, * simbolicamente predicendole la
passione * di colui che da lei era nato, * e a lui chiede di essere sciolto
dalla vita, * gridando: * Ora lascia che me ne vada, o Sovrano, * come mi
avevi Predetto, * perché io ho visto te, luce sempiterna, * e Signore Salvatore
* del popolo che da Cristo prende nome.
Allo stico, stichirà della festa.
Tono 1 . Martiri
degni di ogni lode.
L'immacolata, vera arca di Dio fulgidissima, * offrendo
oggi Cristo, il propiziatorio,
* lo introduce nel tempio* e santamente lo depone * fra le braccia
di Simeone dalla mente divina: * per questo viene santificato ora * il santo
dei santi * e si rallegra col solo santo.
Stico: Ora
lascia, o Sovrano, che il tuo servo vada in pace secondo la tua
parola: perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza.
È stato glorificato oggi Simeone * perché in modo degno di
Dio * ha accolto il Cristo come carbone ardente: * lo abbraccia e le sue labbra
vengono purificate; * per questo egli rende grazie, * chiedendo gioioso di
essere ormai congedato. * Tutti dunque, piamente proclamandolo ora beato, *
onoriamolo con inni incessanti.
Stico: Luce
per illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele.
La pura porta vivente, la Vergine , * conduce oggi al
tempio il Re e Signore * che ha portato in sé, * attraversando la porta già
anticamente chiusa, * come sta scritto; * noi tutti dunque, in coro al suo
cospetto, * celebriamola con inni divini.
Gloria. Ora e sempre. Tono 4.
Oggi la
Madre sacra * e più eccelsa del santuario, * al santuario è
giunta * per mostrare al mondo * l'elargitore e autore della Legge. *
Accogliendolo tra le braccia, * il vecchio Simeone lo celebrava ed esclamava:
* Ora lascia che il tuo servo se ne vada, * perché io ho visto te, * il
Salvatore delle anime nostre.
Apolytìkion della festa. Tono 1.
Gioisci,
Madre-di-Dio Vergine piena di grazia: da te infatti è sorto * il sole di
giustizia", * Cristo Dio nostro, * che illumina quanti sono nelle tenebre.
* Gioisci anche tu, * o giusto vegliardo, * accogliendo fra le braccia * il
liberatore delle anime nostre * che ci dona anche la risurrezione.
ORTHROS
Dopo la prima sticologia, kàthisma. Tono 1. Aftómelo
Stupisca il coro angelico per il prodigio; * e noi mortali
con le nostre voci * cantiamo un inno, * vedendo l’ineffabile condiscendenza di
Dio: * colui infatti di fronte al quale tremano * le potenze dei cieli, * è abbracciato
oggi dalle mani di un vecchio, * lui, il solo amico degli uomini.
Gloria. Ora e sempre. Lo stesso tropario.
Dopo la seconda sticologia, kàthisma.
Tono pl. 4. Sei
risorto dai morti.
Sei stato generato sulla terra, * tu, Verbo che sei prima
di tutta l'eternità, * e sei stato portato al tempio, * rimanendo
inafferrabile; * con gioia il vegliardo ti ha accolto tra le braccia, *
gridando: * Ora lascia che se ne vada * colui che secondo la tua parola hai
visitato, * tu che, come Dio, * ti sei compiaciuto di salvare il genere umano.
Gloria. Ora e sempre. Lo stesso tropario.
Kondàkion. Tono 4. Ti sei manifestato oggi.
Si rivesta
oggi la Chiesa
* di gloriosa veste purpurea, * tinta col sangue puro della martire Agata, * e
acclami: * Gioisci, vanto di Catania.
Ikos. Per la Galilea delle genti.
Vedo qui oggi * una solennità verginale, * un talamo
incorrotto, * una folla di giovinette raggianti, * maestose e fiorenti. *
Onorate sono le nozze, * la stanza nuziale * è adorna come cielo, fra le altezze, * per costoro il cui
talamo è incontaminato * e delle quali io non giungo a descrivere * tra le lodi
la bellezza: * un verme sono infatti, * e come posso, strisciando in terra, *
raggiungere le vette? * Chi mi darà ali di colomba, * perché io possa inneggiare
e acclamare: * Gioisci, Agata, * vanto di Catania?
Sinassario.
Il 5 di
questo stesso mese, memoria della santa martire Agata.
Per la sua
santa intercessione, o Dio, abbi pietà di noi e salvaci. Amìn.
Exapostilàrion della santa. Udite, donne.
Tu che porti il glorioso nome di 'buona', * o pura sposa di
Cristo, * divina bellezza nascosta * e martire risplendente, * ricordati
di coloro che con fede ti onorano, * o vergine bella, * e che celebrano con
gioia * la tua santa memoria * per ottenere il condono delle colpe.
Della festa, stessa melodia.
Per compiere la tua ineffabile economia, * Signore, sei stato condotto al tempio * da Madre
ignara d'uomo * E vedendoti il vegliardo gridava: *
Lascia ora che il tuo servo se ne vada, * o Sovrano, * perché tu sei
venuto come Salvatore del mondo, * luce del Padre, o Cristo
mio.
Allo stico, stichirà prosómia della festa.
Tono 2. Casa
di Efrata.
Tenendo tra le braccia il Sovrano * con timore e
gioia, * Simeone chiedeva di essere sciolto dalla vita, * inneggiando alla Madre-di-Dio.
Stico: Ora
lascia, o Sovrano, che il tuo servo vada in pace secondo
la tua parola: perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza.
Lascia che io ora me ne vada * alla vita vera, o
mio Salvatore, * gridava
Simeone; * perché ho visto te, * la luce del mondo,
* o Sovrano.
Stico: Luce
per illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele.
La casta e santa Anna * con spirito
profetico rende grazie ora * a colui che è nato dalla Vergine * per la redenzione dei mortali.
Gloria. Ora e sempre. Stessa melodia.
Gioisci, tu che hai accolto * la gioia del mondo, * Cristo il datore
di vita, * e hai fatto cessare, o Vergine, * la tristezza della progenitrice.
Quindi il resto come di consueto e il
congedo.
Alla Liturgia
Tropario. Tono 3.
Quale rosa odorosa della verginità e sposa incorrotta del
Datore di vita ti sei mostrata, Agata lodatissima: infatti desiderando la
sorgente dei beni, ti sei distinta nel mondo, o martire gloriosa, adorna delle
tue divine preghiere, con amore le tue lotte cantiamo.
Kontakion dell’orthros
Apostolo del giorno - Evangelo: Matteo 10, 16-22.
Per la tua edificazione puoi leggere:
[1] Il
testo è tratto da M. B. ARTIOLI (edd), Antologhion
di tutto l’anno, Vol. II, Roma 2000, 1276-1280.
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