Settimana del Fariseo e del Pubblicano
Dal Contra
Celsum di Origine
3, 64
Dato che egli aggiunge: «Perché dunque questa
preferenza accordata ai peccatori?» e cita opinioni analoghe, per rispondere
dirò: il peccatore non è assolutamente preferito a chi non ha peccato. Capita
che un peccatore che ha preso coscienza della sua colpa, e per tal motivo
progredisce sulla via della conversione umiliandosi per i suoi peccati, venga
preferito ad un altro che si riguarda come meno peccatore, e che, lungi dal
credersi peccatore, si gonfia di orgoglio per certe qualità superiori che crede
di possedere. È quel che rivela a chi legge lealmente l’Evangelo la parabola
del pubblicano che dice: “Abbi pietà di
me peccatore”, mentre il fariseo, con sufficienza perversa, si gloriava
dicendo: “Ti ringrazio perché non sono
come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, e neppure come quel
pubblicano”. Gesù, infatti, conclude il suo discorso sui due uomini: “Il pubblicano scese a casa sua giustificato,
al contrario dell’altro, poiché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia
sarà esaltato” (Lc 18, 13; 1, 14).
Siamo ben lontani, perciò, «dal
bestemmiare Dio e dal mentire», insegnando ad ogni uomo, chiunque esso sia, a
prendere coscienza della propria umana piccolezza in rapporto alla grandezza di
Dio, e a chiedere incessantemente ciò che manca alla nostra natura a Colui che
solo può colmare le nostre insufficienze.
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