Dalle Lettere di Barsanufio e Giovanni
di Gaza
Lettera 92. Ad Andrea.
Barsanuphe et Jean de Gaza,Correspondance.
Solesme,1972,85‑86.
Fratello
desideratissimo, tu mi scrivi riguardo a una faccenda superiore alle tue forze
e mi chiedi di comandarti una cosa che tu non puoi portare.
Mi dici,
infatti, di prescriverti una regola come a un novizio che non ha ancora preso l’abito.
E la regola del novizio è questa: vivere in molta umiltà, senza far conto di sé
stesso in nulla, senza dire: Che cosa è questo? oppure: Perché questo? ma
restando in molta obbedienza e sottomissione, senza far confronti fra sé e
altri, senza dire: Il tale è onorato, perché io non lo sono? Egli è agevolato
in tutto e perché io no? Disprezzato in tutto, egli non si adira.
Queste sono le
opere del novizio vero che vuole veramente essere salvo. E queste cose è
difficile per te sopportarle, sia per la malattia del corpo, sia perché sei
ormai giunto alla vecchiaia. Tu hai chiesto di portare qualcosa di pesante, e
io invece ti imporrò, non per costrizione, ma per consiglio, qualcosa di più
leggero.
Infatti,
attraverso la pazienza nelle tribolazioni noi acquistiamo le nostre anime. E
non si diventa compartecipi delle sofferenze di Cristo se non per mezzo della
sopportazione nelle tribolazioni. Tienti saldo, rendendo grazie in tutto,
poiché questo intercede per la nostra impotenza davanti a Dio.
La tua regola è
quella di startene seduto nella tua cella, attento ai tuoi pensieri, con timore
di Dio, domandandoti: Come andrò incontro a Dio? Come ho trascorso il tempo che
è passato? Mi convertirò almeno ora che è vicino il mio esodo, e sopporterò il
prossimo e le afflizioni che mi vengono da lui e le prove, finché il Signore
faccia con me misericordia. Allora egli mi porterà ad una pacatezza stabile, e
caccerà da me l’invidia, questo frutto del diavolo.
Trascorri
dunque i tuoi pochi giorni, esaminando i tuoi pensieri e contraddicendo a
quelli che ti portano turbamento. E la pace di Dio sarà con te.
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