Sant’Ammonas di Egitto, discepolo di
sant’Antonio il Grande
26 gennaio (8
febbraio)
AMMONE (O AMMONAS)
Discepolo di Antonio, il quale profetizzò di lui
la grandezza che avrebbe raggiunto nell’umiltà e nell’innocenza (n. 8). Per
quattordici anni fu monaco a Scete e quindi vescovo; non sappiamo se sia lui
l’Ammone successore di Antonio in Pispir, luogo del primo ritiro di Antonio;
avrebbe potuto forse esserlo fra la vita a Scete e l’episcopato. Ma nomi come
il suo o simili al suo (Ammonio, Ammona, Amun, ecc.) erano molto frequenti e
questo non favorisce ricostruzioni storiche sicure. Gli vengono attribuite 14
lettere indirizzate a «figli e fratelli»[1].
In una di esse riprende l’insegnamento di Antonio dicendo: «Il padre Antonio ci
diceva: “Non può l’uomo senza tentazioni entrare nel regno dei cieli”» (PJ IX,
3). Le lettere trattano con molta ampiezza il tema della lotta contro le
tentazioni e dell’acquisizione dello Spirito Santo. Doroteo di Gaza, nel suo
capitolo sul dovere di non giudicare il prossimo, riprende l’apoftegma n. 10 e
lo commenta così: «Quale misericordia dimostrò, quale carità aveva quell’anima
santa!… E non solo, dopo Dio, protesse il colpevole, ma anche lo guarì
correggendolo al momento opportuno… Immediatamente il fratello fu preso da
dolore e compunzione, immediatamente agirono sulla sua anima l’amore e la
compassione dell’anziano» (Ins. VI, 76).
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1. Un fratello chiese al padre Ammone: «Dimmi
una parola». L’anziano gli disse: «Ecco, poniti in mente ciò che pensano i
malfattori in prigione: essi domandano sempre a tutti dov’è il giudice e quando
verrà, e piangono nell’attesa del castigo. Allo stesso modo il monaco deve
sempre essere attento, e accusare l’anima sua dicendo: – Guai a me, come potrò
presentarmi al tribunale di Cristo? (Cf. 2 Cor 5, 10). Come potrò giustificarmi
dinanzi a lui? Se tu ripeti questo incessantemente, potrai salvarti».
2. Raccontano che il padre Ammone uccise una
volta un basilisco: uscito nel deserto per attingere acqua al pozzo, vide un
basilisco e si gettò con la faccia a terra dicendo: «Signore, chi deve morire,
io o lui?». Immediatamente il basilisco fu squarciato dalla potenza di Cristo.
3. Il padre Ammone ha detto: «Ho trascorso
quattordici anni a Scete chiedendo a Dio giorno e notte la grazia di vincere
l’ira».
4. Uno dei padri raccontò che alle Celle vi era
un monaco molto laborioso, che indossava una stuoia. Si recò un giorno dal
padre Ammone. L’anziano lo vide vestito di una stuoia e gli disse: «Questo non
ti giova a nulla». L’altro lo interrogò: «Sono preso da tre pensieri, se vagare
nel deserto, se andare in terra straniera dove nessuno mi conosca, o se invece
chiudermi in una cella, non rispondere a nessuno, e mangiare un giorno sì e un
giorno no». Il padre Ammone gli disse: «Nessuna di queste tre cose ti giova.
Rimani piuttosto nella tua cella, mangia un po’ ogni giorno, medita
incessantemente nel tuo cuore la parola del pubblicano (Cf. Rm 14, 10 e Lc 18,
13), e potrai salvarti».
5. Dei fratelli vennero a trovarsi in angustie
nel luogo dove abitavano e, pensando di lasciarlo, si recarono dal padre
Ammone. Ed ecco che l’anziano era in viaggio in barca; e, vedendoli camminare
sulla riva del fiume, chiese ai barcaiuoli: «Mettetemi a terra!», e chiamò i
fratelli: «Io sono quell’Ammone da cui volete andare!». Consolò i loro cuori e
li convinse a ritornare donde erano partiti. Ciò che li angustiava infatti non
era di danno alle loro anime, ma umana tribolazione.
6. Una volta il padre Ammone, venuto al fiume
per attraversarlo, vi trovò un battello bene allestito, nel quale prese posto.
Ed ecco sopraggiungerne un altro, che trasportava persone ragguardevoli. Gli
dicono: «Vieni anche tu, padre, viaggia con noi». Ma egli dice: «Io salgo solo
nell’imbarcazione pubblica». Egli aveva con sé un piccolo fascio di rami di
palma, e sedeva intrecciando una corda e quindi disfacendola, finché
l’imbarcazione non fu arrivata ed ebbe così raggiunto la riva. I fratelli si
inchinarono davanti a lui dicendo: «Perché fai così?». Disse loro l’anziano: «Perché,
avendo sempre il pensiero impegnato, io non divaghi». Ma questo è solo un
esempio, per dire che dobbiamo percorrere con raccoglimento la via di Dio[2].
7. Un giorno il padre Ammone, uscito per recarsi
dal padre Antonio, perse la strada. Si sedette allora per dormire un poco,
quindi, alzatosi dal sonno, pregò Dio con queste parole: «Ti supplico, Signore
Dio mio, non perdere la tua creatura!». E gli apparve come una mano d’uomo
sospesa in cielo, che gli indicò la via, finché giunse e si fermò alla grotta
del padre Antonio.
8. A questo padre Ammone, il padre Antonio
profetizzò che doveva fare progressi nel timore di Dio; lo condusse fuori dalla
cella e gli mostrò una pietra dicendogli: «Insultala e colpiscila!». Dopo che
ebbe fatto così, il padre Antonio gli chiese: «Forse che la pietra ha detto
qualcosa?». L’altro disse: «No». E il padre Antonio a lui: «Ecco, anche tu devi
arrivare a questo punto». E così avvenne: il padre Ammone fece tali progressi
che per la sua grande bontà ignorava completamente il male. In questa
situazione, divenuto vescovo, gli venne condotta un giorno una giovane che era
incinta, e gli dissero: «Il tale… ha commesso questo. Puniscili!». Egli invece,
fatto un segno di croce sul suo ventre, diede ordine di darle sei paia di
lenzuoli, perché, se al momento del parto o lei o il bimbo fossero morti, non
mancasse qualcosa in cui seppellirli. Quelli che l’accusavano gli dissero:
«Perché fai questo? Puniscili piuttosto!». Ma egli disse loro: «Non vedete
fratelli che è vicina alla morte? E cosa posso fare io?». E la congedò; né mai
l’anziano osò condannare qualcuno.
9. Raccontavano che un giorno alcuni si recarono
dal padre Ammone per essere giudicati da lui. Ma egli finse di essere stupido.
Una donna allora disse al suo vicino: «Questo vecchio è folle!». Il vecchio la
udì e, chiamatala, le disse: «Ho fatto tanta fatica, nel deserto, per
acquistare tale follia, e dovrei perderla oggi per te?» (cfr. 1 Cor 1, 18ss.).
10. Il padre Ammone venne un giorno a pranzo in
un luogo dove vi era un fratello che godeva cattiva fama. E avvenne che la
donna [con cui quel fratello era in relazione] giunse ed entrò nella cella del
fratello che aveva cattiva fama. Gli abitanti di quel luogo, quando lo seppero,
si agitarono e si radunarono, per mandarlo via dalla sua cella. Udendo che il
vescovo Ammone si trovava in quel luogo, lo andarono a chiamare perché venisse
con loro. Il fratello se ne accorse e nascose la donna in una grande botte.
Quando la gente arrivò, il padre Ammone sapeva [1] cos’era accaduto, e, per
amore di Dio, volle nascondere la cosa. Entrato, si sedette sulla botte, e
diede ordine che cercassero per tutta la cella. Quando ebbero frugato
dappertutto senza trovare la donna, il padre Ammone disse: «Che cosa significa
questo? Dio vi perdoni!». E dopo aver pregato, li fece uscire tutti; quindi
prese la mano del fratello e gli disse: «Bada a te stesso (Cf. Gn 24, 6),
fratello!». Detto questo, se ne andò.
11. Fu chiesto al padre Ammone: «Qual è la via
stretta e piena di tribolazioni?» (Cf. Mt 7, 14). Rispose: «È questa: fare
violenza ai propri pensieri e recidere le proprie volontà per amore di Dio.
Questo è anche il significato delle parole: Ecco,
noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mt 19, 27)».
Da: Da: L. MORTARI (edd), Vita e detti dei padri del deserto, Città Nuova, Roma, 1997, 120-124.
[1] Una
traduzione in lingua spagnola delle Lettere di s. Ammonas è consultabile sul
sito: Cartas San
Ammonas
[2] Si possono notare delle
affinità con alcuni episodi quotidiani vissuti dal santo patriarca Pavle di
Serbia:
Il diacono che accompagnava il Patriarca
nelle sue uscite a Belgrado racconta della lezione che prese da lui una volta,
mentre si recavano nella chiesa di Banovo Brdo*.
– Che mezzo prendiamo? La macchina?
chiese il diacono.
– No, l’autobus! rispose il
Patriarca con enfasi.
– Ma l’autobus è sempre pieno e il calore
è soffocante. Non è neanche vicino.
– Andremo così, gli dice seccamente
il Patriarca.
– Vostra beatitudine, dice il
diacono cercando di convincerlo, è estate e la gente va a fare il bagno
nell’isola Cingalija e nella maggioranza sono mezzi nudi, non è giusto…
– Padre, gli dice serenamente il
patriarca, ognuno vede ciò che vuole!
La gente di Belgrado spesso incontrava il
patriarca Pavle per strada, sul tram o sull’autobus. Una volta mentre camminava
in viale Петер И per andare al patriarcato, si fermò accanto a lui una Mercedes
ultimo modello. Al volante c’era un sacerdote di una ricca parrocchia di
Belgrado.
– Vostra beatitudine, La prego, mi
permetta di darLe un passaggio dove desidera.
Il patriarca appena salito chiese:
– Padre, di chi è questa auto di lusso?
– È mia, vostra beatitudine!
– Fermati subito! gli ordinò il
patriarca.
Scese dalla macchina, fece umilmente il
segno della croce, lo benedisse e disse:
– Dio ti protegga!
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