giovedì 14 febbraio 2013

Il Ciclo della Vita e dei miracoli di S. Brigida di Lorenzo Lotto



 
 Cristo-vite e storie della vita di sante
 

Il Ciclo della Vita e dei miracoli di S. Brigida di Lorenzo Lotto

nella cappella Suardi a Trescore Balneario (Bg)

  

La cappella Suardi è un oratorio situato all’interno della villa di proprietà dei conti Suardi a Trescore Balneario (provincia di Bergamo). Dedicato a santa Barbara e santa Brigida, fu costruita dai cugini Giovan Battista e Maffeo Suardi, ed è stato affrescato completamente nel 1524 da Lorenzo Lotto per volere della famiglia di Giovan Battista, con il Cristo-Vite e Storie delle vite di sante.

 
 
Tonsura monastica di santa Brigida


La cappella, che era situata sulla strada che collegava Bergamo al Lago d’Iseo attraverso la Val Cavallina, esisteva già dal XV secolo. Verso il 1523 Lotto ricevette dal conte Giovan Battista Suardi la commissione di decorare l’oratorio[1] e si trasferì direttamente nella località. La decisione del committente non fu dettata da ragioni di prestigio, ma da un urgente spirito di devozione: gli astrologi avevano infatti previsto un’imminente alluvione nel febbraio 1524; inoltre, incombeva la minaccia dei lanzichenecchi che calavano in Italia settentrionale, passando proprio per la via davanti all’oratorio e portando con sé "i germi" della dottrina luterana. Gli affreschi vennero compiuti entro l’estate del 1524.
 

 
S. Brigida distribuisce il latte ai poveri


Tra artista e committente esisteva un rapporto di amicizia e stima che andava oltre la semplice prestazione lavorativa, come dimostrano i documenti relativi alle tarsie di Santa Maria Maggiore, in cui i due scambiano valutazioni e riflessioni sulle scene dei cartoni.



Il conte Gianforte Suardi, nel XIX secolo, collegò la cappella, situata nel parco, alla villa stessa con la costruzione di un corridoio coperto. In quell’occasione vennero anche approntate delle modifiche che cambiarono l’ingresso nella cappella: in precedenza il fedele si trovava davanti subito la parete nord, quella col Cristo-vite.

 

 
Miracolo della birra
 

L’oratorio ha una semplice architettura rustica a base rettangolare, con copertura a falde spioventi, in legno, sorretta da travetti a vista e una piccola abside semicircolare, attorno alla quale si trovavano già alcuni modesti affreschi.

 
 
Particolare della guarigione del cieco
 


Gli affreschi si dispiegano su tre pareti, al di sopra di un alto zoccolo, e sul soffitto, tra le travi, e rappresentano un complesso programma iconografico sul tema della Redenzione e della Fede, incarnata dalle vite delle sante (Barbara, Brigida, Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria).

 
 
Il cinghiale ammansito



Il soffitto venne affrescato con un finto pergolato, su uno sfondo azzurro molto luminoso, usando le reali travi lignee della copertura, tra le quali giocano dei vivaci putti vendemmianti, tra cartigli con passi biblici e della liturgia legata alla tematica della vigna e del vino in rapporto all’eucarestia.

 
S. Brigida allontana l'uragano



Nella controfacciata si vedono le Storie delle sante Caterina e Maddalena e nelle due pareti laterali le Storie di santa Brigida e le Storie di santa Barbara; nel complesso il programma iconografico è la celebrazione della vittoria di Cristo sul male, annunciato dai profeti e dalle sibille, garantita e confermata dalla vita dai santi.

Per quanto riguarda lo stile è spedito e corsivo, con pennellate rapide ma altamente efficaci. Il gusto per la narrazione popolaresca, tipica in Lotto, rimanda ancora alla tradizione nordica. Molti personaggi derivano dalle classi umili, come i contadini, spesso studiati dal vero e fino ad allora inediti nel repertorio figurativo italiano.


 


La parete di destra (sud) è occupata da tre riquadri con le Storie di santa Brigida, separate dall’intrusione nelle pareti dell’oratorio dell’ingresso e di due finestre; ognuna delle scene contiene diversi episodi della vita della santa, unite da un finto muro continuo sul quale si aprono dei tondi, da dove si affacciano profeti e sibille: David, la Sibilla Eritrea, Isaia, la Sibilla Samia, Geremia, la Sibilla Delfica, Ezechiele, la Sibilla Cimmeria, Michea, la Sibilla Ellespontica. Sopra queste immagini i cartigli sono ancora ben leggibili.

 
 


Quando Brigida, santa irlandese del VI secolo, prese i voti di monaca, si rinverdì miracolosamente un legno: la scena è raffigurata nel primo riquadro, che si apre verso l’esterno tramite una parete semicrollata; fuori si vede la santa che distribuisce pane ai poveri, alla presenza della famiglia del committente: Maffeo Suardi e i suoi famigliari, uomini donne e bambini. Nella chiesetta dipinta, sull’altare, è raffigurata una natura morta composta di oggetti sacri, forse un ricordo della Messa di Bolsena di Raffaello.


 
 
Sei miracoli di santa Brigida in tre scene distinte
 

Il secondo riquadro è ambientato in campagna, dove la santa dispensa vivande ai bisognosi, trasforma l’acqua in birra, guarisce un cieco, allontana un uragano, dissecca un albero e ammansisce un cinghiale.
 
 
Miracoli del vaso d'argento e dell'uomo che sfugge alla morte sostituendosi alla sua ombra
 
Il terzo e ultimo riquadro è ambientato in una città e mostra altre attività eccezionali o insolite di Brigida, quali la divisione di un vaso per tre lebbrosi, o il salvataggio di un uomo condannato a morte sostituendolo con la sua ombra.


 
Autoritratto di Lorenzo Lotto



Sulla porta di ingresso si vede la mezza figura di un uomo, un cacciatore di uccelli che porta sulle spalle una civetta e un fascio di asticelle: i rami servono infatti per creare un riparo e la civetta, col suo richiamo, era usata per attirare i volatili in trappola. Una tradizione antica addita in questa figura un autoritratto dell’artista, celato sotto una simbologia criptica ed esoterica. Sul soffitto infatti si trova un putto che fa pipì che, secondo una lunga tradizione iconografica, rappresenta l’acqua salvifica del battesimo e quindi la protezione divina; inoltre l’urina dei fanciulli, secondo gli alchimisti, aveva importanti proprietà in quanto liquido "ardente", la cui essenza era il fuoco. In alchimia l’urina è detta "lot" ed è molto probabile che con questo gioco l’artista volesse alludere al proprio cognome, nonché qualificarsi come essere benedetto da un principio potente e quindi capace di trasformare e creare.

 

Testo tratto da: wikipedia

 

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